Critica alla guerra umanitaria. Il dibattito italiano sull'intervento militare della Nato nei Balcani - 9788895366401

Critica alla guerra umanitaria. Il dibattito italiano sull'intervento militare della Nato nei Balcani: Tra gli effetti prodotti dai drammatici eventi dell'11 settembre 2001, vi è anche quello di avere fatto velocemente dimenticare a larga parte dell'opinione pubblica europea un'altra data: la primavera del 1999. I mesi, cioè, in cui il nostro Paese partecipò, nel quadro della Nato, ai bombardamenti aerei sulla Repubblica Federale di Jugoslavia, con lo scopo dichiarato di difendere gli albanesi del Kosovo dalle violenze del governo di Slobodan Milosevic (la cosiddetta "guerra umanitaria"). I mesi in cui, inoltre, si inaugurò un periodo, tuttora in corso, costellato da varie guerre americane ed euro-americane contro soggetti considerati, di volta in volta, nemici dei diritti umani, della democrazia o, addirittura, dell'Occidente intero. Tornare a riflettere sulla primavera di quell'anno significa dunque riflettere sulla prima esplicita manifestazione della politica aggressiva degli occidentali verso l'esterno nell'ultimo decennio. Esistono guerre che si possano definire "umanitarie"? È possibile coniugare l'aggettivo "giusta" alla realtà della guerra? Il fine della garanzia dei diritti può giustificare il mezzo della guerra contemporanea? Esiste un pacifismo possibile nell'epoca post-bipolare? Il libro traccia un percorso all'interno di queste domande, mettendo a fuoco le strategie argomentative che sono state utilizzate da studiosi, giornalisti e dirigenti politici a favore o contro l'intervento militare della Nato nei Balcani.
Among the effects produced by the dramatic events of September 11, 2001, there is also to have made fast forgetting a large part of European public opinion another date: spring 1999. The months in which our country participated, within the framework of Nato, to air strikes on the Federal Republic of Yugoslavia, with the stated purpose of defending Kosovo Albanians by the violence of the Government of Slobodan Milosevic (the so-called "humanitarian war"). The months in which also ushered in a period, still running, punctuated by various American and euro-American wars against experimental subjects, from time to time, enemies of human rights, democracy or, indeed, of the whole West. Return to reflect on the spring of that year, then, means to reflect upon prior explicit manifestation of the aggressive policy of Westerners to the outside over the past decade. There are wars that you can define "humanitarian"? You can combine the adjective "right" to the reality of the war? The end of the guarantee of rights can justify the means of contemporary war? Is there a pacifism can in the post-bipolar? The book traces a path within these questions, focusing the argumentative strategies that have been used by scholars, journalists and political leaders for or against Nato's military intervention in the Balkans.