Se ero più alto facevo il poeta - 9788893448260

Se ero più alto facevo il poeta: La poesia di Ennio Cavalli non sopporta confini, tant'è che in questo libro attinge, flirta, si trasforma in prosa. La prosa, a sua volta, punta alla leggerezza, alla velocità di scavo, all'idea calviniana di "espressione necessaria, unica, densa, concisa, memorabile". Prosa e poesia si fondono così in quella sorta di "pensiero lungo" che fa da filo conduttore a tutta l'opera di Cavalli. Già nelle poesie d'esordio (L'infinito quotidiano, 1973) Federico Fellini vedeva "una ricchezza di immagini suggerite da una sofferenza intellettuale e letteraria, invenzioni belle, fresche, originali". E Dario Fo sottolineava, più di recente, "il gioco di prospettive e di rimandi" tipico del suo narrare. "Se ero più alto facevo il poeta" è il libro della maturità di un autore che mette a frutto esperienze di vita, forza visionaria e ricerca linguistica. Con filosofia lucreziana e ironia a lento rilascio, questo florilegio di pagine inedite tocca il tema della natura, della morte, del soprannaturale, delle religioni, dell'amore, del sociale, dello scrivere, del sorridere. Si passa dall'immanente al trascendente, dall'infanzia dell'umanità alle risorse del mito, dai toni civili preoccupati e coraggiosi al divertissement, dal resumé degli anni di piombo visti dal marciapiede opposto a quello dei terroristi alla smagliante "intervista impossibile" con Virgilio. Mentre gli stralci di poetica radunati in "Circo a tre piste" e in "Maestri di danza" non restano modelli di virtuosa programmazione. Diventano essi stessi, per osmosi, rintocchi fantastici e preziosi.
The poetry of Ennio Cavalli does not stand for boundaries, so much so that in this book he draws, flirts, turns into prose. Prose, in turn, points to lightness, to the speed of excavation, to the calvinian idea of "expression necessary, unique, dense, concise, memorable". Prose and poetry are thus blended in that sort of "long thought" that is the leitmotif of all the work of horses. Already in the poems of debut (The Infinite Daily, 1973) Federico Fellini saw "a richness of images suggested by an intellectual and literary suffering, inventions beautiful, fresh, original". And Dario Fo emphasized, more recently, "The game of perspectives and references" typical of his narrating. "If I was taller I was the Poet" is the book of maturity of an author who brings to fruiting experiences of life, visionary strength and linguistic research. With Lucreziana philosophy and slow-release irony, this florilege of unpublished pages touches on the theme of nature, of death, of the supernatural, of religions, of love, of social, of writing, of smiling. One passes from Immanente to the transcendent, from the childhood of mankind to the resources of the myth, from the civil tones anxious and courageous to the divertissement, from the resumé of the years of lead seen from the sidewalk opposite to that of the terrorists with the dazzling "interview Impossible "with Virgil. While the excerpts of poetic gathered in "Circus with three tracks" and in "Dance masters" do not remain models of virtuous programming. They become, by osmosis, fantastic and precious chimes.