Omero mediatico. Aspetti della ricezione omerica nella civiltà contemporanea - 9788895451497

Omero mediatico. Aspetti della ricezione omerica nella civiltà contemporanea: La poesia epica greca nasce ben prima di Omero: essa affonda le proprie radici nell'età micenea, come suggeriscono alcuni significativi passi degli stessi poemi omerici, e come la ricerca archeologica conferma. Nell'Iliade (9, 186-191) è presente un aedo d'eccezione, Achille, che "canta glorie di eroi" di fronte allo sguardo vigile di Patroclo, mentre l'Odissea conosce già cantori di professione quali Demodoco e Femio. L'epica omerica, nel sentire comune, è tuttavia percepita come "archetipo" della cultura occidentale. Fin dall'antichità, Omero è stato oggetto di innumerevoli imitazioni da parte di poeti e letterati, nonché di trasposizioni visuali ad opera di artisti figurativi; la materia dei suoi poemi è stata più volte sottoposta a riscritture, manipolazioni e alterazioni talvolta spregiudicate. D'altra parte, Omero stesso non si era fatto scrupolo di "correggere" la tradizione mitica preesistente, o quanto meno di accoglierne le versioni più confacenti alle proprie esigenze narrative. L'idea che l'antichità ci trasmette dell'epica omerica è dunque quella di un'"opera aperta", continuamente suscettibile di riletture, reinterpretazioni, trasformazioni: una sorta di work in progress, destinato a perpetuarsi nei secoli fino ad avvalersi dei nuovi, sofisticati media messi a disposizione dalla moderna civiltà tecnologica.
The Greek epic poetry was born long before Homer: it has its roots in the Mycenaean age, as indicated by some significant steps of the Homeric poems, and as archaeological research confirms. In the Iliad (9, 186-191) is a Bard, Achilles, who "sings glories of Heroes" in front of the watchful eyes of Patroclus, while the Odyssey Phemius and Demodocus profession which boys already knows. The Homeric epics, in common feeling, however, perceived as "archetype" of Western culture. Since antiquity, Homer was the subject of countless imitations by poets and writers, as well as Visual transpositions by visual artists; the matter of his poems has been undergoing rewrites, manipulations and alterations sometimes unscrupulous. On the other hand, Homer himself had made no scruple to "correct" the mythical tradition, or at least accept the narrative needs appropriate versions. The idea that the antiquity gives us the Homeric epics is an "open work", continually susceptible to re-readings, reinterpretations, transformations: some sort of work in progress, intended to perpetuate itself over the centuries up to take advantage of new, sophisticated media made available by modern technological civilization.