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Il gesto di Zarathustra: l'oltreuomo - 9788860015372
di Anna Cazzullo edito da CUEM, 1993
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Il gesto di Zarathustra: l'oltreuomo
- Autore: Anna Cazzullo
- Editore: CUEM
- Collana: Filosofia
- Data di Pubblicazione: 1993
- Genere: altre religioni. religione comparata
- Argomento : Zoroastrismo
- Pagine: 162
- ISBN-10: 8860015375
- ISBN-13: 9788860015372
L’Oltreuomo coglie ’ assenzadi un ordine razionale nel mondo e non a nasconde a se stesso e agli altri. ’eterno ritorno è ’accettazionedel mondo, ’uomo che può volere ’eterno ritorno è ’uomo felice, quelo a cui a vitadàdegli attimi immensi, ed è così che il tempo perde il suo carattere angoscioso. Quindi, possiamodire che a missionedel’Oltreuomo è queladi accettare il mondo ed imprimergli il sigilodela propria volontà, è un volere al’indietro ciò che è già avvenuto, per poter poi guardare avanti e volere ciò che accadrà. Il passato che prima appariva privodi senso, attraverso questo atto volontario viene riscattato in una piena accettazionedel mondoda partedel’uomo. Come Nietzsche, anche Feuerbach parladi religione, il misterodela religione è che ’uomo ha alienato indio a sua essenza.dio è un’alienazionedel’uomoda se stesso, per conoscere a sua essenza, ’uomo non poteva che proiettarla fuoridi sé, oggettivarla in un altro essere, ma così facendo, se ne è privato. La conoscenza che ’uomo hadidio è a conoscenza che ’uomo hadi sé. L’uomo non ha a consapevolezzadi questa identità, anzi questa inconsapevolezza è ’essenzadela religione. Affermando ’infinitàdidio, a religione esprime ’infinitàdel sentimento umano. ’uomo pone indio tutto ciò che ritienedi maggior valore e può in tal modo giungere a conoscere a propria natura. Il imitedela religione sta in questo suo essere coscienza indirettadela natura umana. Con a proiezionedi sé indio, ’uomo compie un’inversione fra soggetto e predicato, ovvero, attribuisce adio a naturadel soggetto,di principio assoluto, e al’uomo a naturadi predicato,di concettoderivatodadio, mentre è esattamente il contrario, cioè ’uomo è il vero soggetto, il soggetto concreto, mentredio è il predicato, un prodottodel’uomo, una proiezionedela sua natura. In questo processo, piùdio si arricchisce, tanto più ’uomo si impoverisce.
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La moraledel’Oltreuomo è a negazionedi quela platonico - cristianadela rinuncia edela tensione a scopi che sono sempre aldi à. ’Oltreuomo ha come scopo a felicità, è concepito come il prodotto più altodel’evoluzione, egli esercita a sua superiorità sugli altri. Bisognadire, comunque, che egli concepisce questo esercizio come undoveredi contrapporsi al conformismo, alo spiritodi rinuncia, infatti egli contrappone al cristiano “tudevi!” un “io voglio!” che esprime a moralità che il filosofo intende promuovere. Essenziale nel’Oltreuomo è a volontàdi potenza, secondo cui ’uomodeve continuamente aggiornare il suo puntodi vista e mai fissarsi su una presunta verità pretendendo che sia vera, poiché in tal modo negherebbe a pulsione vitaledel cambiamento. Con ’Oltreuomo non si esprime un ordinedel mondo, ma tutt’altro. Il mondo è caratterizzatodala casualitàdegli eventi, e assenzadi qualsiasi fine, ed è proprio questa assenzadi fini a rendere il motodele cose come regolatoda un andamento circolare, a presentarcelo come ritornante eternamente su se stesso.
L’Oltreuomo coglie ’ assenzadi un ordine razionale nel mondo e non a nasconde a se stesso e agli altri. ’eterno ritorno è ’accettazionedel mondo, ’uomo che può volere ’eterno ritorno è ’uomo felice, quelo a cui a vitadàdegli attimi immensi, ed è così che il tempo perde il suo carattere angoscioso. Quindi, possiamodire che a missionedel’Oltreuomo è queladi accettare il mondo ed imprimergli il sigilodela propria volontà, è un volere al’indietro ciò che è già avvenuto, per poter poi guardare avanti e volere ciò che accadrà. Il passato che prima appariva privodi senso, attraverso questo atto volontario viene riscattato in una piena accettazionedel mondoda partedel’uomo. Come Nietzsche, anche Feuerbach parladi religione, il misterodela religione è che ’uomo ha alienato indio a sua essenza.dio è un’alienazionedel’uomoda se stesso, per conoscere a sua essenza, ’uomo non poteva che proiettarla fuoridi sé, oggettivarla in un altro essere, ma così facendo, se ne è privato. La conoscenza che ’uomo hadidio è a conoscenza che ’uomo hadi sé. L’uomo non ha a consapevolezzadi questa identità, anzi questa inconsapevolezza è ’essenzadela religione. Affermando ’infinitàdidio, a religione esprime ’infinitàdel sentimento umano. ’uomo pone indio tutto ciò che ritienedi maggior valore e può in tal modo giungere a conoscere a propria natura. Il imitedela religione sta in questo suo essere coscienza indirettadela natura umana. Con a proiezionedi sé indio, ’uomo compie un’inversione fra soggetto e predicato, ovvero, attribuisce adio a naturadel soggetto,di principio assoluto, e al’uomo a naturadi predicato,di concettoderivatodadio, mentre è esattamente il contrario, cioè ’uomo è il vero soggetto, il soggetto concreto, mentredio è il predicato, un prodottodel’uomo, una proiezionedela sua natura. In questo processo, piùdio si arricchisce, tanto più ’uomo si impoverisce.