Lessico resistente. La poesia visiva e la critica alla società dell'immagine. In un dialogo con Lamberto Pignotti. Con Contenuto digitale (fornito elettronicamente) - 9788894361872

Lessico resistente. La poesia visiva e la critica alla società dell'immagine. In un dialogo con Lamberto Pignotti. Con Contenuto digitale (fornito elettronicamente): Un filosofo e un artista eminente della neoavanguardia italiana dialogano sul tema-chiave che sta al cuore di quel paradosso: la superfetazione e l'autonomizzazione delle immagini ha provocato progressivamente una diminuzione o distruzione del senso delle cose. La parola (logos) è divenuta sempre più schiava della produzione stereotipata e standardizzata delle immagini che vengono diffuse (ad arte) nel cyberspazio, il cui linguaggio è oramai governato integralmente dagli interessi del potere economico-finanziario del neocapitalismo globalizzato. La posizione, inequivocabile, degli autori non è «apocalittica» né pessimistica; la fiducia nei mezzi tecnologici e nelle loro virtù, in assoluto positive, non è messa in discussione. Si discutono invece le pratiche e le politiche a cui questi mezzi vengono piegati e i soggetti che ne fanno uso (e abuso). Il proposito è dichiaratamente critico: la società dell'immagine - o, a ben vedere, delle immagini, al plurale - è il bersaglio dell'analisi. Il testo è corredato da contenuti audiovisivi e ipertestuali, fruibili direttamente sul proprio smartphone o tablet attraverso QR-code.
A philosopher and an eminent artist of the italian avant-garde dialogue on the key theme that lies at the heart of that paradox: the superfetation and autonomization of images has progressively resulted in a decrease or destruction of the sense of things. The word (logos) has become increasingly enslaved by the stereotypical and standardized production of images that are disseminated (artfully) in cyberspace, whose language is now governed entirely by the interests of the economic and financial power of the globalized neo-capitalism. The unequivocal position of the authors is neither 'apocalyptic' nor pessimistic; confidence in technological means and their very positive virtues is not called into question. Instead, the practices and policies to which these means are bent and the subjects that use them (and abuse) are discussed. The purpose is avowedly critical: the society of the image - or, on closer inspection, images, in the plural - is the target of the analysis. The text is accompanied by audiovisual and hyperlinked content, which can be accessed directly on your smartphone or tablet through QR-code.