Casa con mezzanino (racconto di un pittore) - 9788898467587

Casa con mezzanino (racconto di un pittore): "Fu sei-sette anni fa, vivevo in un distretto del governatorato di T., nella tenuta del possidente Belokùrov, un giovane che si alzava molto presto, portava la poddëvka, la sera beveva birra e continuava a lamentarsi con me di non riuscire a trovare comprensione da nessuna parte in nessuno. Lui viveva nella dépendance in giardino, e io nella vecchia casa padronale, nell'enorme sala con colonne, che non aveva mobili a eccezione del divano largo su cui dormivo e del tavolo su cui facevo i solitari. Qui sempre, anche col bel tempo, c'era qualcosa che fischiava nelle vecchie stufe Amosov, e durante i temporali tutta la casa tremava e, sembrava, cadeva a pezzi, e faceva un po' paura, soprattutto di notte, quando tutte e dieci le grandi finestre venivano all'improvviso illuminate da un lampo. Condannato dalla sorte al continuo ozio, non facevo decisamente nulla. Per ore intere guardavo dalle mie finestre il cielo, gli uccelli, i vialetti, leggevo tutto quello che mi portavano dalla posta, dormivo. A volte uscivo di casa e fino a tarda sera passeggiavo senza meta. Una volta, mentre tornavo a casa, senza volere mi ritrovai in un podere che non conoscevo."
"It was six to seven years ago, I was living in a district of T. Governorate, on the estate of the belokùrov owner, a young man who got up very early, carried the poddovka, in the evening he drank beer and kept complaining to me that he could not find any understanding from any part in none. He lived in the dépendance in the garden, and I lived in the old manor house, in the huge room with columns, which had no furniture except for the wide sofa on which I slept and the table on which I made solitaire. Here always, even in good weather, there was something whistling in the old Amosov stoves, and during the thunderstorms the whole house shook and, it seemed, fell apart, and it was a little scary, especially at night, when all ten large windows came suddenly illuminated by a flash. Condemned by fate to continuous idleness, I did absolutely nothing. For hours I would look out of my windows at the sky, the birds, the driveways, read everything they took from the mail, I slept. Sometimes I would go out of the house and until late in the evening I would walk aimlessly. Once, on my way home, unintentionally I found myself on a farm I didn't know."