Emilio Vedova. Catalogo della mostra (Milano, 6 dicembre 2019-9 febbraio 2020). Ediz. inglese - 9788829704187

Emilio Vedova. Catalogo della mostra (Milano, 6 dicembre 2019-9 febbraio 2020). Ediz. inglese: Dedicato al centenario della nascita di Emilio Vedova e al decennale dell'apertura al pubblico degli spazi espositivi e delle attività della Fondazione, il volume è introdotto da un testo su questi temi di Alfredo Bianchini, presidente della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, cui seguono il saggio storico-critico di Germano Celant, curatore artistico e scientifico della Fondazione stessa, e un testo di Massimo Alvisi, fondatore dello studio di architettura Alvisi Kirimoto+Partners. Il percorso dell'artista è presentato a partire dagli esordi, intorno al 1935, con la produzione di disegni di architetture veneziane, dove la grafica e il segno portano a un paesaggio graffiante ed energico, anticipatorio di un fare senza forma che, nel 1962, condurrà Emilio Vedova a spezzare anche la superficie del quadro con la serie dei Plurimi. La disamina propone i primi dipinti ancora figurativi alla ricerca di un dialogo con Tintoretto e il Barocco, per arrivare a documentare, negli anni quaranta, il periodo geometrico, in reazione al caos della tragedia della seconda guerra mondiale. Negli anni cinquanta il linguaggio di Vedova rompe con la rigidità formale dell'astrazione e arriva a realizzare tele dal segno pittorico aperto, libero e drammatico, connesso alla sua gestualità. Dopo i Plurimi degli anni sessanta, la drammaticità vissuta si traduce, negli anni settanta, in un irrigidimento delle strutture con i Plurimi/Binari, opere cui si contrappongono i ...Cosiddetti Carnevali... '77/'83, connessi all'aspetto dionisiaco e anti-rituale dell'arte. Dopo le collaborazioni con Luigi Nono
Dedicated to the centenary of the birth of Emilio Vedova and the tenth anniversary of the opening to the public of the exhibition spaces and activities of the Foundation, the book is introduced by a text on these themes by Alfredo Bianchini, president of the Foundation Emilio and Annabianca Vedova, followed by the historical-critic essay of Germano Celant, artistic and scientific curator of the Foundation itself, and a text by Massimo Alvisi, founder of the architectural firm Alvisi Kirimoto. The artist's journey is presented from the beginning, around 1935, with the production of drawings of Venetian architecture, where the graphics and the sign lead to a scratchy and energetic landscape, anticipating a shapeless do that, in 1962, will lead Emilio Vedova to break even the surface of the painting with the series of Plurimi. The samina proposes the first still figurative paintings in search of a dialogue with Tintoretto and the Baroque, to get to document, in the 1940s, the geometric period, in reaction to the chaos of the tragedy of the Second World War. In the 1950s, Vedova's language broke with the formal rigidity of abstraction and she came to make canvases with an open, free and dramatic pictorial sign, connected to her gestures. After the Plurimi of the sixties, the drama lived translates, in the seventies, into a rigidity of the structures with plurimi/Binari, works to which the ... So-called Carnivals... '77/'83, connected to the Dionysian and anti-ritual aspect of art. After collaborations with Luigi Nono