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Verso la foce - 9788807013744
di Gianni Celati edito da Feltrinelli, 1989
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Verso la foce
- Autore: Gianni Celati
- Editore: Feltrinelli
- Collana: I narratori , Nr. 374
- Edizione: 2°
- Data di Pubblicazione: 1989
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: 144
- Dimensioni mm: 220 x 143 x 0
- ISBN-10: 8807013746
- ISBN-13: 9788807013744
Verso la foce: Verso la foce
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"Ci sono mondidi racconto in ogni puntodelo spazio, apparenze che cambiano a ogni aperturad’occhi,disorientamenti infiniti che richiedono sempre nuovi racconti: richiedono soprattutto un pensare-immaginare che non si paralizzi neldisprezzodi ciò che sta intorno". Siamo nel 1984, ’anno in cui Gianni Celati scrive a prima versionedi "Verso a foce". Ala base a simbologia,di semplicità affascinante,del corsod’acqua che sidisperde, che vede prossimo il gran mare, che sembradestinato a farsi nula tra e onde: ecco a necessitàdi risalire ala foce, ala sorgente, al momento primario ch’è stato primigenio. "Verso a foce"di Gianni Celati è questo cammino a ritroso, questa terribile fatica in salita, che portadala pianadidetritidel Po (pianadidetritidele medio-grandi metropolidel Settentrione moderno) ala ricercadel’origined’acqua pura,d’una pura cascatadi pulito:dov’è che ’acqua si sporca, si fa putrida, s’inquina e s’insozza? Comincia una piccola Odissea contraria: non il mare, e grandidistesed’orizzonte edi imiti valicabili ma i fiumi, con il oro etto già predisposto al buon viaggio; non ’andare verso metedi cui s’ignora adistanza e il buon nome ma il tornare verso uoghidi cui si presuppone un’esatta esistenza; non ’ignoto come sapere ulteriore, come aggiunta, come altra veste indossata ala pele ma il notoda recuperare ala pele, sotto a pluralitàdi vestidi cui ci si è appesantiti e coperti, credendodi stare al sicuro. Scrive ancora Celati che "ogni volta è una sorpresa, scopridi non sapere nientedi preciso sul mondo esterno. Alora viene anche a vogliadi scusarsi con tutti: scusate a nostra presunzione, scusate i nostridiscorsi, scusatecidi aver creduto che voi siete un pugnodi mosche su cui sputare e nostre sentenze". Immerso in una piana umida, posta sotto a pioggia amarognolad’un cielo ivido, Gianni Celati, spogliodei suoi precedenti vestiti (da manierista,da barocco,da gran comicoda Seicento eccessivo) riscopre a natura profondadel’attodi fare parole. Miracolidi una piccola Odissea al contrario:diritta ala meta ch’è il ritorno al’origine.