La forza della gola - 9788898505678

La forza della gola: Il libro si apre con una poesia introduttiva, senza titolo, e il primo endecasillabo con una congiunzione: "E mi ritrovo in un momento al mare". Non è un caso. La sensazione di continuare un discorso interrotto, forse poco comprensibile ad una prima lettura, si chiarisce meglio quando, leggendo la poesia A Genova, che si trova ben più avanti nel libro, ritroviamo lo stesso verso inserito nel corpo del testo, unico esempio di auto-citazione della raccolta. Cosa accomuna dunque queste due liriche? Forse il percorso che dal dedalo di caruggi di Genova porta invariabilmente al mare, a Piazza Caricamento. Forse il fascino che questa città esercita su coloro che in lei riescono a vivere un'emozione di rinascita, di alba, di improvviso arrivo alla luce dopo il buio dei suoi vicoli. Nel primo testo è la stessa città ad essere paragonata ad un feto in attesa di una nascita che si rivela problematica e angosciosa ma tuttavia positiva, se accettata nella sua ineluttabile impenetrabilità. L'urlo (il dolore che inevitabilmente accompagna una nascita?) "E tu, ma tu, / dove sgorghi, quale fonte dannata / ti zampilla?" è analogo a quello di Bestemmie "gridato con tutta / la forza della gola". Ed ecco il titolo del libro dunque; titolo che vale sia come metafora della fortissima tensione avvertibile nella ricerca di un significato da dare all'esistere della vita e dell'Universo, sia come metafora del canto lirico, fare poesia.
The book opens with an introductory poem, Untitled, and the first with a conjunction endecasillabo: "and I find myself at a time at sea". Not a chance. The feeling of continuing a speech interrupted, perhaps understandable for a first little reading, it clarifies better when, reading the poem in Genoa, which is well ahead in the book, we find the same towards inserted in the body of the text, only example of auto-quote. What unites these two therefore lyrics? Maybe the path from the maze of alleyways of Genova invariably leads to the sea, Loading Square. Maybe the fascination that this city exercises over those who are able to live in her emotion of rebirth, of dawn, by the sudden light after dark its streets. In the first text is the same city to be likened to a fetus awaiting birth that turns out to be problematic and agonizing but nevertheless positive, if accepted in its ineluctable impenetrability. The Scream (the pain that inevitably accompanies a birth?) "And you, but you,/where Gush, what source you goddamn/welling?" is similar to that of Blasphemy "shouted with all the force of my throat/". And here is the title of the book therefore; that title applies to both as a metaphor for the strong noticeable tension in the search for a meaning to be given to the existence of life and the universe, both as a metaphor for the singing, poetry.