Habrermas. Le radici religiose del moderno - 9788837231071

Habrermas. Le radici religiose del moderno: La filosofia a tutto campo di Habermas avanza una drammatica scommessa sulla modernità. Scommessa qui ricostruita nella sua complessità, dove una ragione fallibile ma non scettica giustifica i fondamenti culturali di una democrazia liberale. Sullo sfondo di una dialettica della modernità, Habermas ripensa il ruolo che vi svolgono, senza riduzionismi, i mondi della vita, la ragione e i suoi linguaggi, le religioni, il diritto e la pluralità dei valori. Una dialettica in cui contingenza della storia, normatività della cooperazione sociale e funzione delle religioni, quali depositi di senso, rendono aperto l'orizzonte della storia, oltre il nichilismo post-moderno e l'ideologia di un progresso fatale. In tal senso per Habermas «nel diagnosticare il futuro della religione noi diamo un giudizio sul senso complessivo della modernità». Una scommessa che Habermas fa dialogando con Kant, Hegel, Marx, Weber e i classici della sociologia, i maestri della Scuola di Francoforte, Rawls. Un dialogo in cui lui stesso appare come uno dei maggiori eredi di questa tradizione.
The philosophy of Habermas makes a dramatic full-field bet on modernity. Bet here reconstructed in its complexity, where a reason fallible but not skeptical justifies the cultural foundations of a liberal democracy. Against the backdrop of a dialectic of modernity, Habermas rethinks the role play, no reductionism, the worlds of life, reason and its languages, religions, law and plurality of values. A dialectic in which the contingency of history, normativity of social cooperation and function of religion, such as deposits, make open the horizon of history, as well as postmodern nihilism and the ideology of progress. In this sense to Habermas ' in diagnosing the future of religion we give an opinion on the overall sense of modernity. " A bet that Habermas does dialogue with Kant, Hegel, Marx, Weber, and the classics of sociology, the masters of the Frankfurt School, Rawls. A dialogue in which he appears as one of the heirs to this tradition.