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Il palazzo Malavoti-Bovalini di Siena. Una dimora signorile, nobili e popolani, chiese, conventi e alberghi in un'area lungo la via Francigena - 9788898217458
di Ceppari Ridolfi Maria Assunta edito da Il Leccio, 2015
- € 15.00
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Il palazzo Malavoti-Bovalini di Siena. Una dimora signorile, nobili e popolani, chiese, conventi e alberghi in un'area lungo la via Francigena
- Autore: Ceppari Ridolfi Maria Assunta
- Editore: Il Leccio
- Data di Pubblicazione: 2015
- Genere: architettura
- Argomenti : Siena-Storia Siena-Architettura
- Pagine: 176
- ISBN-10: 8898217455
- ISBN-13: 9788898217458
Il palazzo Malavoti-Bovalini di Siena. Una dimora signorile, nobili e popolani, chiese, conventi e alberghi in un'area lungo la via Francigena: Il Palazzo oggi noto come Malavolti-Bovalini, recentemente restaurato per encomiabile decisione dell'attuale proprietaria, fu costruito tra la fine del Duecento e gli inizi del secolo successivo lungo il confine est del castellare dei Malavolti, all'epoca potenti e ricchissimi, ed è uno degli edifici più antichi di Siena, con la facciata in pietra da torre. Si ergeva nei pressi dell'antichissima chiesa di Sant'Egidio, oggi non più esistente, e si affacciava sulla strada Francigena che attraversava la città, nel tratto noto nel medioevo anche come "la via maestra che va a Camollia", oggi via dei Montanini. Il libro si apre con un saggio dove è delineata la parabola discendente della famiglia Malavolti, dagli inizi prosperi alla fine della potenza economica e politica. Alle origini il palazzo fu sicuramente appannaggio di uno dei rami principali di tale famiglia, con buona probabilità quello che faceva capo a Cione Malavolti, titolare di una quota del palatium magnum di famiglia nella zona nord del castellare e di una quota dell'hospitium dei Malavolti nel popolo di San Donato. E ancora, Cione e i suoi consorti possedevano, tra la chiesa di Sant'Egidio e la strada, case e botteghe. Queste ultime, tra la fine del '300 e gli inizi del '400, furono vendute dai bisnipoti di Cione Malavolti al monastero di San Prospero, che agli inizi del secolo successivo le cedette ai Severini, all'epoca già proprietari del palazzo confinante con le stesse botteghe.
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