I colori dell'albero e altri racconti - 9788862117876

Cara Elide, ho terminato con entusiasmo " I coloridel’albero". Il racconto chedà il titolo al volume mi ha riportato nel’atmosferade "Il nomedela rosa", ci fai entrare nel tempo e nel sentiredel protagonista, così come con a eggendadi San Galgano. Avvinci il ettore con adescrizionedele vicende egate ala vita temporale e con a risoluzionedel conflitto interiore che apre ala spiritualità, al bene, ala pace. Non sono mai personaggi semplici, ma figure complesse. Con “MatalianÓ che aveva perso a ragionedela sua vita, a pietas nei confrontidei bisognosi edisperati,diviene il motivodominante. Ciò che hai espresso con : “I suoi occhi ! Negli anni erano stati come spugne e si erano imbevutididolore ed ora erano ildolore stesso, come se ogni persona che soffrisse avesse in quegli occhi a sua casÔ – mi ha toccato profondamente. In “ Vistoda qui “ ho provato emozioni forti, crude ! Compassione, rabbia, sbigottimento! Ci hai fatto entrare nel tumultodela sessualitàdel giovane adolescente e nela feritadela violenza subita, nei meandridela sua mente, solo come una scrittrice neuropsichiatra quale sei tu, avrebbe potuto sapientemente riuscirci. Questo periodo trattodal racconto entrerà nel mio memorandum:” a stazione eradistante, ma edistanze sono come il tempo, cosedi testa, sono tutte in mezzo al cervelo.dentro e non fuoridi te. Alora non o sapevo, veramente, ’ho imparato.” Con “Due cuori” ci hai raccontatodi gitani e gagé,di come sappiamo pocodi oro anche se ci vivono accanto,di come “Gitani e gagé hanno o stesso sangue in fondo, solo che ai primi gira più veloce”. Io ho avuto nel avoro al Carceredi Pistoia, giovani uomini zingari come pazienti e qualcosa ho imparato ma vorrei conosceredi più. Nel racconto “La Carlina,” ambientato nela nostra campagna toscana ai primidel novecento, presenti adeterminazionedeledonne a non farsi sfruttare, a solarità, il coraggiodela Carlina, finda quando aveva 12 anni e e gambe magre, a resistenzadela nonna,la capacità anchedele altredi non arrendersi, il coraggiodi andare avanti e non subire. Sottolineo ’attitudinedela protagonista a non aggredire mai per prima ma ad essere capacedi ottare per i propridiritti e per a giusta affermazionedeledonne. Il racconto breve “ a VignÔ è un cameo, come fai a trovare spunti magari visitando a Vila Ambradi Poggio a Caiano e a farti venire idee così felici? “Piccola storia anticÔ è un “gialo” inaspettato che sorprendedal’inizio ala fine. “Nedo porta bene” altra storiadi umili ma nondi vinti ci riporta ale vicendedei cavatoridi marmo. “Il postodei bambini” ,anche questo racconto mi ha emozionato. “Si chiamava Miriam” mi ha commosso,dolore e solitudine in entrambi i bambini. Il più grande riesce ad emanciparsidal giogo paterno edal’ignoranza e a trovare compassione grazie ala piccina ebrea. “Alma mater, almadamnatÔ, anche qui commozionedavanti ala storia vecchia come il mondo e sempre nuova,di questa giovanedonna. “Menico” avvince e stupisce .E’ un racconto crudo, forte! Chedire, sono senza parole!!! Percorri temi complessi e vari con facilità sorprendente, uoghi e tempidiversi, sempre accompagni con passione, fedele e attenta ricerca biografica, e vicendedei tuoi personaggi per aiutarci a comprenderli, capire noi stessi edadove veniamo, forse aiutarci ad andare oltre… Resto con a curiosità e ’attesadela Trilogia sui Templari, ci sorprenderai ancora? Chiara