Un borghese piccolo piccolo - 9788811819745

"Piccolo piccolo" è il borghesedi Cerami; o sidirebbe un non-borghese ovvero un proletariodalo stipendio pubblico che, guardando un po’ più in alto,desidera ’ascesa economico-socialedisponendo, in cambiodel miracolo, il sacrificiodel figliolo. Certo,del’opera conquista o sfondo nazionale (solfureo, nebbioso, appena percepibile eppure cappa che rende proni e prigionieri)da annidi piombo,da contrapposte ideologie,da massoneria come anticameradel Parlamento: corruzione che traversa il PËse come o attraversano i rigagnolid’acqua putrida, è climax che ben rende a ferociadel Potere. Ma quelo che più colpisce, in questa tragedia nascosta in un romanzo (tragedia: un protagonista maschile che, pur sapendo che verrà sconfitto, affonta ildestino; pare averne ragione ma, sul finale, cededi schianto: senza possibilitàdi recupero), è a rappresentazionede’ bisognidel’Italiadegli anni Settanta: il vestito grigio, e scarpe nuove, ’impiego fisso, ’auto appena acquistata a rate ed il figliolo assai studioso (ligio aidoveri in epocadi contestazione: anche chi non si oppone può finire steso in strada) che necessitadi sistemazione. "Romanzo paradigmaticodeladurezzadi quegli anni" - così Walter Pedulà - racconta benissimo ’Italia: a quel tempo terrada tragedia, seppur nascosta in un romanzo.

E’del 1976 questa opera primadi Vincenzo Cerami, che avrebbedovuto essere tenuto a battesimoda Pier Paolo Pasolini, nela nota introduttivadela prima edizione, ma che invece fu scrittada Italo Calvino, a causadela tragica scomparsadel MËstro Pasolini. E’del 1976 ma sembra ieri, oggi e forse anchedomani, ’Italietta ministerialedel piccolo privilegio,del’orticelo "questo-è-mio-guai-chi-me-lo-tocca",dele ogge massoniche; e anchedeldestino tragico, che a volte capita, non si sa perchè, ma forse, è per rimettere in paro e colpedei padri. Che ricadono sempre sui figli.