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La giusta quantità di dolore - 9788898848881

di Giada Ceri edito da Exòrma, 2018

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Informazioni bibliografiche del Libro

 

La giusta quantità di dolore: «'Casa circondariale', dice la targa all'ingresso. Siamo oltre i confini della città e qua intorno non c'è molto altro. Non un bar, un'edicola, un giardino; nemmeno gli autobus si spingono nel luogo della pena». Al centro di questo libro è il sistema penitenziario italiano. Immaginiamo un sistema che, mentre ragiona su di sé, prova imbarazzo e disagio per i danni che si producono e per le patologie che si alimentano. Sembra che l'attività principale del sistema penitenziario sia quella di nascondersi. Occultamento, rimozione, separazione escludono il carcere e i carcerati dallo sguardo di chi è fuori: dunque, dall'opinione pubblica e dalla stessa dialettica democratica. Giada Ceri si occupa da tempo dei temi che riguardano il carcere italiano contemporaneo e ha lavorato lungamente in progetti del Terzo settore in ambito penitenziario. Nel libro procede con passione ma anche con lucida e amara ironia, a partire da ragioni molto concrete e dati verificati, e ci scorta in uno dei molti territori del disagio, individuale e collettivo. Disegna in modo critico e chiarissimo l'universo recluso: si inoltra nel mondo degli operatori della "riabilitazione"; esplora i luoghi fisici della pena trovandosi davanti alla scelta incompiuta fra architettura e mera edilizia penitenziaria; assiste alla messa in scena di Romeo e Giulietta della Compagnia della Fortezza a Volterra, che diventa la lente per indagare una precisa idea di teatro-in-carcere; nel capitolo Dentro l'Uroboro narra il corpo detenuto, il carcere come pena corporale, l'eterno ritorno al punto di partenza, in un mondo che re
??' Prison ', says the plaque at the entrance. We are beyond the city limits and around here there's not much else. Not a bar, a newspaper stand, a garden; even the buses go to the place of punishment ". The focus of this book is the Italian penitentiary system. We envision a system that, while he thinks about itself, try embarrassment and discomfort for the damage that they produce and for feeding. It seems that the main activity of the penitentiary system is to hide. Concealment, removal, separation except the prison and prisoners from the look of someone who is out: so, by public opinion and by the same democratic dialectic. Jade Ceri deals from time of topics relating to the contemporary Italian prison and worked long in third sector projects within the penitentiary. In the book proceeds with passion but also with lucid and bitter irony, starting from very concrete reasons and verified data, and we stock in one of the many areas of discomfort, both individual and collective. Draws critically and clear the universe recluse: into the world of "rehabilitation"; explore the physical places of punishment lying in front of the unfinished choice between architecture and mere building prison authorities; assist in the staging of Romeo and Juliet of the Compagnia della Fortezza in Volterra, which becomes the lens to investigate a precise idea of theatre-in-prison; in the chapter In the Ouroboros narrates the body held, prison as corporal punishment, the eternal return to the starting point, in a world that King

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