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Strane creature - 9788854508422
di Tracy Chevalier edito da Neri Pozza, 2014
- € 9.90
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Strane creature
- Autore: Tracy Chevalier
- Editore: Neri Pozza
- Edizione: 5°
- Data di Pubblicazione: 2014
- Genere: LETTERATURE STRANIERE: TESTI
- Pagine: 287
- Traduttore: Ortelio M.
- Dimensioni mm: 210 x 210 x 28
- ISBN-10: 885450842X
- ISBN-13: 9788854508422
Strane creature: È il 1811 a Lyme, un piccolo villaggio sulla costa meridionale inglese. Le stagioni si susseguono senza scosse in paese e il decoro britannico si sposa perfettamente con la tranquilla vita di una provincia all'inizio del diciannovesimo secolo. Un giorno, però, sbarcano nel villaggio le sorelle Philpot e la quiete è subito un pallido ricordo. Vengono da Londra, sono eleganti, vestite alla moda, sono bizzarre creature per gli abitanti di quella costa spazzata dal vento. Margaret, diciotto anni, riccioli neri e braccia ben tornite, sorprende costantemente tutti coi suoi turbanti verdolini sconosciuti alle ragazze di Lyme, che se ne vanno in giro ancora con grevi vestiti stile impero. Louise, meravigliosi occhi grigi e grandi mani, coltiva una passione per la botanica che è incomprensibile in quel piccolo mondo dove alle donne è dato solo di maritarsi e accudire i figli. Ma è soprattutto Elizabeth, la più grande delle Philpot, a costituire un'eccentrica figura in quel paesino sperduto sulla costa. Ha venticinque anni. Dovrebbe comportarsi come una sfortunata zitella per l'età che ha, ma se ne va in giro come una persona orgogliosamente libera e istruita che non si cura affatto di civettare con gli uomini. In paese ha stretto amicizia con Mary Anning, la figlia dell'ebanista.
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Il poscritto mi ha confermato nei mieidubbi. Si intitola: a pazienzadel ettore. Quando uno scrivedovrebbe porsi come meta sì un ettore finale, ma nondovrebbe esserne asservito. Bisogna avere il coraggiodele proprie scelte, anche col rischiodi vendere meno. Certo, per una chedi scrittura vive, questo no è facile. Infatti ha sceltodi inventare alcune scene al postodi altre, sebbene nela vitadi Mary Anning ci fosserodiverse acune, a giudicaredale biografie; e cosa ha sceltodi inventare? a scenad’amore con il colonnelo Birch. Perché al ettore sarebbe piaciuta. Non critico ’invenzione in sé, metto indubbio a sceltadel’oggettodel’invenzione. Non fraintendetemi: il ibro si ascia eggere. e frasi brevi e il essico basale si asciano sempre eggere, quando c’è una storia sotto. Ma… ad esempio, e voci narranti sonodue, unadovrebbe essere semianalfabeta, ’altra istruita. Si riesce adistinguerledai contenuti eda qualche vocabolo o nomignolo che usa una e non ’altra. Nondala sintassi. Ne risulta che e voci sono troppo simili. E poi, altra indulgenza verso il ettore pagante: troppo filmico, troppidialoghi. Ripeto, si ascia eggere, idialoghi sveltiscono. Però… ho preferito “La ragazza con ’orecchinodi perlÔ.