Cose. Per una filosofia del reale - 9788833929613

Cose. Per una filosofia del reale: C'è un vantaggio ad essere una cosa, ad esempio una palla da biliardo. Non hai bisogno di spiegare nulla: rotoli, finisci in una buca, stai al mondo, tutto qui. Al contrario di un essere umano, che invece sta sempre a chiedersi perché esiste, da dove viene e dove va. L'umano (si) racconta storie, mentre le cose non parlano, o se «parlano» lo fanno solo perché noi ci abbiamo infilato dei dispositivi per «comunicare», fra loro e con noi. Di per sé, le cose non sanno che farsene del linguaggio. Invece il linguaggio esiste proprio per parlare delle cose. Ma come si può parlare delle cose, allora? Oggi è di moda il realismo, ma anche il realismo più intransigente non smette di essere un realismo parlato. Di nuovo sentiamo ripetere che vogliamo le cose, e solo le cose: fatti, non parole! Giusto, giustissimo. Ma poi ecco che ci si mette a parlare delle cose, e così torniamo al punto di partenza. Gli umani hanno un problema con le cose, è evidente, ne parlano sempre, ma non riescono mai a farne esperienza. Come ci ricorda la storia del re Mida, che riceve da Dioniso il dono di poter trasformare in oro tutto quello che tocca. Ma in questo modo Mida può toccare soltanto oro. Alla fine, per sopravvivere, dovrà implorare il dio di privarlo di quel potere. Ci capita lo stesso con le cose, che sono sempre cose parlate, catalogate, immaginate, temute. Delle cose e basta, invece, non sappiamo nulla. Questo libro prova a immaginare un percorso verso le cose. Prova cioè a immaginare un realismo possibile, ma consapevole del problema insolubile che le cose pongono agli esseri umani. Si cominc
There's an advantage to be something such as a billiard ball. You don't need to explain anything: coils, finish in a hole, you are in the world, that's all. Unlike a human being, which is always to wonder why there is, where it comes from or where it goes. The human (Yes) tells stories, while things don't speak, or if ' about this?? they do only because we stuck to "communicate", with each other and with us. By itself, the things they don't know what to do with the language. Instead the language exists precisely to talk about things. But how can you talk about things, then? Today it is fashionable to realism, but even the most uncompromising realism never ceases to be a realism spoke. Again we hear about how they want things, and only things: deeds, not words! Right, absolutely right. But then it gets to talk about things, and thus we return to the starting point. Humans have a problem with things, obviously, talking about this all the time, but can never experience it. As we remember the story of King Midas, who receives the gift from Dionysus to transform everything it touches into gold. But only in this way can touch Midas gold. In the end, to survive, must beg God to strip him of that power. It happens the same with things, which are always things spoken, catalogued, imagine, feared. Some things, however, we know nothing. This book tries to imagine a path toward things. Try to imagine a possible realism, but aware of the intractable problem that things pose to humans. You begin