Una segreta complicità. Lettere 1933-1983 - 9788845934254

Una segreta complicità. Lettere 1933-1983: Nella fotografia riprodotta sulla copertina di questo libro, che ritrae Mircea Eliade e Cioran insieme a Parigi, negli anni Settanta, colpisce il contrasto tra le due fisionomie. Un contrasto che sembra rispecchiare la distanza che umanamente e intellettualmente separava i due grandi romeni: il fecondo e ammirato studioso, in grado di maneggiare con scioltezza le concezioni religiose di tutte le culture; e il sulfureo flâneur del pensiero, l'antiaccademico ancorato a poche e lancinanti ossessioni. Da subito, del resto, non erano mancati gli scontri visto che, all'inizio degli anni Trenta, Eliade aveva attaccato Cioran per via della sua tanatologia, che gli faceva prediligere le tenebre e la negazione alla luce e alla creazione; e Cioran, da parte sua, aveva demolito Eliade in un articolo che sin dal titolo aveva tutto il sapore di una sentenza inappellabile: "L'uomo senza destino". Ma, dietro le divergenze, si celava anche un'intesa, una complicità che alimentò una fervida, inossidabile amicizia, come testimonia questo volume in cui sono raccolte le lettere che i due si scrissero nell'arco di un cinquantennio, scambiando riflessioni, pareri letterari, impressioni di viaggio, osservazioni politiche, ricordi. Lettere a volte accese da vampate di humour, non senza contraddizioni e paradossi - ma sempre contrassegnate da quella sincerità che spingeva Cioran a confessare: «Benché io provi per te un'infinita e non smentita simpatia, a volte sento il desiderio di attaccarti, senza argomenti, senza prove e senza idee. Ogniqualvolta ho avuto l'occasione di scrivere qualcosa contro d
In the photograph on the cover of this book, which depicts Mircea Eliade and Cioran together in Paris, in the 1970s, it strikes the contrast between the two physiomies. A contrast that seems to reflect the distance that humanly and intellectually separated the two great Romanians: the fruitful and admired scholar, able to handle with fluency the religious conceptions of all cultures; and the sulphurious flonor of thought, the anti-academic anchored to a few excruciating obsessions. From the beginning, moreover, there were clashes since, in the early 1930s, Eliade had attacked Cioran because of his tanatology, which made him prefer darkness and denial to light and creation; and Cioran, for his part, had demolished Eliade in an article that from the title had all the flavor of an unappellable judgment: "The man without destiny". But, behind the differences, there was also an understanding, an accomplice that fueled a fervent, stainless friendship, as evidenced by this volume in which the letters that the two wrote over fifty years are collected, exchanging reflections, opinions literary, travel impressions, political observations, memories. Letters sometimes lit by flashes of humor, not without contradictions and paradoxes - but always marked by that sincerity that prompted Cioran to confess: "Although I feel for you an infinite and does not deny sympathy, sometimes I feel the desire to attack you, without arguments, without evidence and without ideas. Whenever I had the opportunity to write something against d