Elogio del pomodoro - 9788804613015

Elogio del pomodoro: Pietro Citati ha nostalgia dei pomodori che mangiava da bambino, durante le lunghe estati al mare. Il pomodoro era il frutto supremo di quelle vacanze, con le sue forme diverse, complicate, con le sue spaccature e screziature "e talvolta generosi aspetti barocchi, che piacevano ai pittori napoletani del diciassettesimo secolo". Il rimpianto per la propria felice infanzia ha fatto del Citati adulto un osservatore incomparabilmente acuto dei bambini tra i tre e i dieci anni. Insieme ai pomodori e ai bambini, Citati ama i lunghi secoli della civiltà europea. Dai tempi dell'Odissea e di Erodoto - dice in questo libro in cui si combinano miracolosamente frivolezza e profondità - il volto dell'Europa non è molto cambiato. I nostri caratteri sono immutati: la pazienza, la tolleranza, l'ironia, la straordinaria capacità di trasformarci, recitare, diventare diversi, rimanendo sempre identici a noi stessi. Citati non crede a tante interpretazioni moderne della società in cui viviamo. Ci parla della globalizzazione per dirci che in realtà in questi ultimi decenni è avvenuto il fenomeno opposto: il mondo è caduto preda della differenziazione, della frantumazione, della moltiplicazione. Percepisce il senso di decadimento e di vergogna oggi diffuso in Italia, ma subito osserva che il nostro è un paese pieno di eccezioni: al Nord, al Sud, al Centro c'è sempre una piccola oasi, un paese, una cittadina polverosa di secoli, di cui uno, appena li vede, ama le strade, le case, gli orti, e persino i cittadini.
Pietro Citati has the nostalgia of the tomatoes he ate as a child during the long summers by the sea. The tomato was the fruit of those holidays, with its different forms, complicated, with its cracks and streaks "and sometimes generous Baroque aspects, that liked to Neapolitan painters of the 17th century". The regret for his own happy childhood did Cited adult acute observer children between three and incomparably ten years. Together with tomatoes and children, Cited loves the long centuries of European civilisation. Since the Odyssey and Herodotus says in this book that combines miraculously frivolity and deep--the face of Europe is not much changed. Our characters are unchanged: patience, tolerance, the irony, the uncanny ability to transform us, Act, become different, remaining always identical to ourselves. Cited don't believe many modern interpretations of the society in which we live. It speaks of globalization to tell us that actually the opposite phenomenon in recent decades: the world has fallen prey to differentiation, crushing of the multiplication. Perceive the sense of decay and shame now prevalent in Italy, but quickly notes that ours is a country full of exceptions: in the North, to the South, in the Center there is always a small OASIS, a country, a dusty town of centuries, of which one, just sees them, loves the streets, houses, gardens, and even citizens.