L'inquietudine dell'insolito ingestibile. Riflessioni su parapsicologia, esistenza e apocalisse in Ernesto de Martino - 9788866492023

L'inquietudine dell'insolito ingestibile. Riflessioni su parapsicologia, esistenza e apocalisse in Ernesto de Martino: La lettura del pensiero di Ernesto De Martino proposta in questo saggio gravita attorno a un nucleo problematico fondamentale: la possibilità di argomentare sulla dimensione dell'ingestibile, ovvero della possibilità di uscire dalle maglie ingabbianti di ciò che Heidegger ha definito 'Gestellung', il potere incasellante della Tecnica, della sua vocazione all'onnipotenza gestionale. L'indagine di Ernesto De Martino, infatti, appare segnata da una particolare dialettica interna: da un lato, è evidente la dichiarata esigenza di affrontare la questione etnologica senza abbracciare posizioni irrazionalistiche, bensì affidandosi a una prospettiva storicistica e umanistica aperta al contributo investigativo interdisciplinare; dall'altro, la constatazione epistemologica maturata dallo stesso De Martino dell'irriducibilità in termini di razionalismo scientista e storicista della fenomenologia paranormale e della presenza intesa come 'stare al mondo' e della stessa dimensione magica. In ultima analisi, il saggio prende le mosse proprio dalla definitiva inspiegabilità di quel 'Iato oscuro', che pure gli intendimenti epistemologici di De Martino avrebbero voluto chiarire una volta per tutte, suggerendo così tre piste ermeneutiche: la rimeditazione degli interessi iniziali dell'antropologo napoletano per il paranormale; la riconsiderazione della sua teoria dell'esistenza così come sembra emergere dalle pagine de II mondo magico; lo sviluppo delle suggestioni provenienti dalla sua ultima opera, La fine del mondo, lette in un'ottica di confronto con il pensiero di Spengler e Jünger. Infin
The reading of Ernesto De Martino's thought proposed in this essay gravitates around a fundamental problematic nucleus: the possibility of arguing about the dimension of the unmanageable, that is, the possibility of getting out of the caged links of what Heidegger called 'Gestellung', the in-box power of Technology, of his vocation to management omnipotence. Ernesto De Martino's investigation, in fact, appears to be marked by a particular internal dialectic: on the one hand, it is evident the stated need to address the ethnological question without embracing irrational positions, but relying on a perspective historicalism and humanistics open to interdisciplinary investigative input; on the other hand, the epistemological observation matured by De Martino himself of irreducibility in terms of scientific and historical rationalism of paranormal phenomenology and presence understood as 'staying in the world' and of the same magical dimension. Ultimately, the essay begins precisely from the definitive inexplicableness of that 'Dark Iat', which even De Martino's epistemological intentions would have wanted to clarify once and for all, thus suggesting three hermeneutic tracks: the remediation of the initial interests of the Neapolitan anthropologist for the paranormal; the reconsideration of his theory of existence as it seems to emerge from the pages of The Magical World; the development of the suggestions from his latest work, The End of the World, read from a perspective of comparison with the thinking of Spengler and J.J. Infin, Infin, Infin