I gesti bianchi: Londra 1960-Costa Azzurra 1950-Alassio 1939 - 9788893881142

I gesti bianchi: Londra 1960-Costa Azzurra 1950-Alassio 1939: Tre romanzi - Londra I960, Costa Azzurra 1950, Alassio 1939 - destinati a formare un tutt'uno. Un palpitante omaggio al tennis, sport preferito, amato, subito, odiato. Passioni viscerali e vittorie atletiche, il gioco esatto e l'andirivieni indistinto del tempo, ragazzi in continua, sfibrante competizione, l'intossicata eleganza cosmopolita, Alassio raffinata nell'aria di guerra del 1939, Cannes Beaulieu e Montecarlo, Londra per sempre, le ragazze perfette così facili a corrompersi, i fantasmi di Wimbledon, la dolce morte di una cultura. Gianni Clerici, gran giocatore e critico insuperato di tennis, scrive del suo sport come nessun altro, senza le nostalgie adolescenti di Giorgio Bassani né le astrazioni velleitarie di Michelangelo Antonioni. Con fascino fitzgeraldiano e nervosismo arbasiniano, ma con una indipendenza assoluta di ritmo, colpo d'occhio, tonalità di colori e di risposte del cuore a ogni provocazione, movimenta la pagina come se fosse sempre in campo, in gara, sempre in tensione. E, effettivamente, lo è. I gesti bianchi è un libro brillante, sottile e malizioso, rapinatore crudele di attenzione. Il narratore che parla in prima persona non ha volutamente nome ma parla determinatamente a nome di ogni lettore sensibile, in grado di accorgersi quando, nel girotondo del tennis, gli ammicca qualcuno che pare somigliare sorprendentemente al Tom Sawyer di Mark Twain. (Oreste del Buono)
Three novels-London 1939-1950, Alassio Riviera I960, to form a whole. A pulsating homage to tennis, favorite sport, beloved, now, hated. Visceral passions and athletic victories, the exact game and the indistinct time, boys in constant, exhausting competition, the intoxicated cosmopolitan elegance, refined in the air war 1939 Alassio, Cannes, Beaulieu and Monte Carlo, London forever, the perfect girls so easy to be corrupted, the ghosts of Wimbledon, sweet death of a culture. Gianni Clerici, great tennis player and unsurpassed critic, writes of his sport like no other, no nostalgic adolescents Giorgio Bassani nor unrealistic abstractions of Michelangelo Antonioni. With fitzgeraldiano charm and nervousness, but with absolute independence of pace arbasino, glance, shades of colors and responses of the heart to every provocation, moves the page as if it were always in the field, in the race, always live. And, actually, it is. White is a brilliant book, subtle gestures and mischievous, cruel robber of attention. The Narrator speaks in the first person has deliberately name but speaks clearly addresses on behalf of every sensitive reader, capable of noticing when, in the circle of tennis, the winks someone who looks surprisingly like the Tom Sawyer by Mark Twain. (Oreste del Buono)