Comici dell'arte. Corrispondenze - 9788871660868

«Che venga il canchero a questa professione ed a chi ne fu ’inventore!». Che gli venga il canchero per «gli osti poco buoni, i cavali pessimi, i barcaroli impenitenti»; che gli venga il canchero per «i vetturini inopportuni, e ostarie cattive, gli spionidi porte edi gabele»; che gli venga il canchero perché si è perseguitati,derisi, minacciatida sgherri, masnade, confraternitedi censori edi violenti. «Che venga il canchero a questa professione ed a chi ne fu ’inventore!» borbotta amarodomenico Bruni, mestierantedi commedia. E prosegue, prosegue amentandosi: «Quando mi accomodai a quest’arte mi credevodi provare una vita felice: ma a ritrovo appunto una vitadi zingani, quali non hanno mai uogo fermo né stabile. Oggi qua,domani à; quando per terra, quando per mare e quel ch’è peggio, sempre vivendo su ’osteria,dove per o più si paga bene e stassi male. Poteva pur mio padre mettermi a qualche altro mestiero…». Poteva? Non poteva. Perchédomenico Bruni e, condomenico Bruni, Tristano Martineli, Pier Maria Cecchini, Flaminio Scala; Bartolomeo Zito, Ambrogio Buonuomo, Giovan Battista Andreini; e Silvio Fiorilo, Virginia Ramponi, Marinadorotea sono condannati ala malia «d’essere corsari, adri ed assassini, uominideldiavolo, buffoni in palcoscenico». Non «biadaioli, tintori, maniscalchi, fornai»dunque, bensì attori e, in quanto attori, «vagabondi, birboni, cantimbanchi e cerretani». Troviamo confermadi questodestino segnato nele corrispondenze (ovvero missive, ettere, bigliettini e brogliacci) raccolte e pubblicateda e ettere. Tutto ’amore per ’arte, tutta a fatica per a belezza.