Starbuck. Il corpo come arma. Vita e morte di Holger Meins - 9788887826814

Starbuck. Il corpo come arma. Vita e morte di Holger Meins: Starbuck è il nome del nostromo della nave Pequod in Moby Dick di Melville ma era anche il nome di battaglia di Holger Meins, detenuto in attesa di giudizio, morto nel carcere di Wittlich nella Repubblica Federale Tedesca, il 9 Novembre 1974, all'età di 33 anni. Catturato assieme ad Andreas Baader era uno degli elementi di spicco della prima generazione della RAF (Rote Armee Fraktion). Per Holger Meins e i suoi compagni di prigionia l'unica arma rimasta era il proprio corpo, ed è con quello che hanno protestato contro le disumane condizioni carcerarie, attraverso diversi scioperi della fame: l'ultimo di questi è stato fatale per Holger Meins, che aveva fatto della militanza un'esperienza paragonabile alle sue passioni artistiche. Questo libro non vuole essere una semplice biografia, ma vuole tracciare, attraverso testimonianze dirette e materiale dell'epoca, il profilo di una gioventù convinta delle proprie azioni e delle proprie idee. Uno stimolo, soprattutto per i giovani d'oggi, a capire un periodo in cui il dissenso giovanile oramai viene semplicisticamente rappresentato con termini quali "terroristi" o "figli dei fiori" mentre i personaggi della RAF vengono mercificati in film e accessori di moda.
Starbuck is the name of the ship's ship Pequod in Melville's Moby Dick but was also the nom de guerre of Holger Meins, detained pending trial, who died in Wittlich prison in the Federal Republic of Germany, on November 9, 1974, at the age of 33. Captured along with Andreas Baader, he was one of the leading members of the first generation of the RAF (Rote Armee Fraktion). For Holger Meins and his fellow prisoners the only weapon left was their own bodies, and it is with this that they protested against the inhuman prison conditions, through several hunger strikes: the last of these was fatal for Holger Meins, who had made militancy an experience comparable to his artistic passions. This book does not want to be a simple biography, but wants to trace, through direct and material testimonies of the time, the profile of a youth convinced of their actions and ideas. A stimulus, especially for today's young people, to understand a period in which youth dissent is now simplistically represented with terms such as "terrorists" or "flower children" while RAF characters are commodified in films and fashion accessories.