Stop-time - 9788860444455

Stop-time: Quando Frank Conroy scrisse "Stop-Time", pubblicato in America nel 1967, i suoi conflitti interiori avevano semplicemente smarrito la via ma non si erano spostati di un passo. Il senso di perdita dell'innocenza e di sensibilità tradita restavano lì, e scavavano. Quando il New York Times definì il lavoro un'opera trionfale sulla celebrazione della giovinezza, lui stesso ne rimase perplesso. Avrebbe voluto che fosse un atto vendicativo, l'accusa di un mondo che si era portato via il suo tempo, e invece irradiava candore, talmente tanto che a tratti si accendeva delle tonalità della gioia. Da cronaca spietata di ragazzino ribelle alle prese con la propria vulnerabilità di piccolo che cresce in una famiglia disfunzionale degli anni Trenta, "Stop-Time" diventa inno alla libertà, elegia dell'amore fraterno, racconto di un'amicizia speciale che si consuma tra i boschi. Con una scrittura affilata e densa, Frank Conroy riconnette passato e presente nello spazio del ricordo, e per un attimo il desiderio sfrenato per le strade di Kerouac sembrerà imbattersi nelle morbosità miracolose dei giovani di Salinger, in un ritmo che suona secco come una ripresa tosta di pugilato.
When Frank Conroy wrote "Stop-Time", published in America in 1967, his inner conflicts they had simply lost their way but had not moved a step. The sense of loss of innocence betrayed sensitivity and remained there, and digging. When the New York Times called the work an artwork on the celebration of youth triumphant, he himself was puzzled. He wanted it to be a vengeful Act, the prosecution of a world which had taken away his time, but radiated candor, so much that sometimes lit shades of joy. From ruthless rebel kid's Chronicle struggling with its small vulnerability that grew up in a dysfunctional family in the 1930s, "Stop-Time" becomes an ode to freedom, Elegy of brotherly love, the story of a special friendship that is consumed through the Woods. With a sharp writing and dense, Frank Conroy reconnect past and present memory space, and for a moment the unbridled desire to Kerouac's streets seem to bump into miraculous morbidity of Salinger, in a rhythm that sounds such as a tough recovery.