Angolanimi - 9788857535487

Angolanimi: La poesia visiva mette a disposizione dei suoi amorosi un campo molto vasto di possibilità. Essa si estende da una prossimità stretta con la pittura fino a una remota prossimità o addirittura identificazione con la scrittura. Tutto lo spazio che sta tra le due prossimità è enorme e fortemente stimolante: su questa intermedia distesa gli artisti della Poesia visiva connettono variamente i loro elementi, che reagiscono toccandosi e mescolandosi con grande creatività. L'aggiunta di parole, anche queste in quantità e specialità variabili, determina una gran ricchezza di risultati. È un'impresa non da poco padroneggiare tutte queste variabili, che a loro volta, singolarmente, si estendono per un campionario di tipi. La poesia visiva costituisce un'impresa complessa e avventurosa, in quanto il suo esito non coincide mai con quello previsto ma è sempre inatteso e sorprendente. Gli appassionati cultori di Poesia visiva sono tutti diversi tra loro e tutte diverse sono le loro creazioni. E allora vi sembra possibile che un autore, dopo che ha assaggiato così tanta libertà e varietà e novità, accetti di tornare alla piatta pianura della poesia lineare?
Visual Poetry offers to its amorous a very wide field of possibilities. It extends from a narrow proximity with the paint stops at a remote or even identification with the writing. All the space that lies between the two close is huge and highly stimulating: on this Visual Poetry artists expanse intermediate connecting variously their elements, reacting by touching each other and mingling with great creativity. The addition of words, even these in quantity to try variables, results in a great wealth of results. And a no mean feat master all these variables, which in turn, individually, cover a range of types. Visual poetry is a complex undertaking and adventurous, as its outcome is never what you expect but it's always unexpected and surprising. Fans fans of visual poetry are all different and all different are their creations. And then it seems possible that an author, after having tasted so much freedom and variety and novelty, agrees to return to the flat plains of linear poetry?