Favole da riformatorio - 9788807033711

Favole da riformatorio: Lupi sfrattati o in pensione, alci disoccupate che si ammalano di depressione, Raperonzolo, Cipollonzolo e Pomodoronzolo rapiti dalla jihad agroalimentare, un gattino che voleva diventare il gatto con gli stivali ma non ha i soldi per comprarsi degli stivali... Attingendo dalla tradizione classica delle favole, e stravolgendola, Ugo Cornia scrive e riscrive venti fabliaux contemporanei, rispettandone per argutezza lo spirito antico ma attualizzandone la critica sottesa ai comportamenti e ai costumi del nostro vivere. Senza mai rinunciare alla leggerezza e a uno stile piano, accessibile, queste favole si aprono spesso allo scavo profondo dei sentimenti - per esempio ne "La favola della cicogna", che "dopo una vita di lavoro indefesso, ormai stanca di tutto, aveva sviluppato in sé il sentimento dell'estrema tragicità dell'esistere, cosa che nella sua testa si traduceva nella frase 'meglio sarebbe stato il non esser mai nati". Non manca neppure l'ironia nei confronti di alcune mode editoriali, come nella favola che chiude la raccolta - quella dei personaggi di favole famose che un bel giorno hanno voluto lasciare la propria favola per trasferirsi in un noir. Venti favole dissacranti e fanciullesche per un Natale "da riformatorio".
Evicted or retired wolves, unemployed birds that fall ill with depression, Rapunzel, Onion and Tomato kidnapped by the agri-food jihad, a kitten who wants to become the cat with boots but does not have the money to buy boots... Drawing on the classical tradition of fairy tales, and upsetting it, Ugo Cornia writes and rewrites twenty contemporary fabliaux, respecting the ancient spirit wisely but discounting its underlying criticism of the behaviors and customs of our lives. Without ever giving up lightness and a flat, accessible style, these fairy tales often open to the deep digging of feelings - for example in The Stork's Fairy Tale, which "after a life of indefatigable work, now tired of everything, had developed within itself the feeling of the extreme tragedy of existence, which in his head translated into the phrase "the better it would have been never to have been born." There is also the irony towards some editorial fashions, as in the fairy tale that closes the collection - that of the famous fairy tale characters who one day wanted to leave their fairy tale to move into a noir.