Il professionale. Avventure scolastiche - 9788807018961

Il professionale. Avventure scolastiche: "Questo libro è all'incirca un anno e mezzo della mia vita. Un giorno, proprio mentre stavo guidando per andare a lavorare, mi è venuta di colpo l'idea di licenziarmi. Così ho fatto: sono tornato a casa e avevo addosso quella tipica felicità del licenziarsi, che non so se sia esattamente opposta alla tristezza di essere licenziati. Poi son rimasto senza soldi e, quasi contemporaneamente, senza una donna. Una mattina squilla il telefono e era una scuola che mi chiedeva se ero disposto a fare una supplenza sul sostegno, e io gli ho detto che mi ero licenziato e quindi ero stato depennato dalle graduatorie, e loro mi hanno detto che per quell'anno non avevano depennato, quindi che gli dicessi se accettavo o no, allora io gli ho detto che arrivavo subito, perché a quel punto c'era da baciarsi i gomiti a tornare a insegnare. Soltanto che per una strana ironia della sorte la scuola che mi ha chiamato era non soltanto nello stesso paese di quella da cui mi ero licenziato dicendo che non sarei mai più entrato in una scuola in vita mia, ma addirittura nello stesso edificio, che era diviso in due per il lungo e ospitava due scuole diverse. Quindi me n'ero andato da un posto tutto scoglionato e dopo soltanto otto mesi ritornavo nello stesso posto. E poi venivo riassorbito dalle più svariate avventure scolastiche."
"This book is about a year and a half of my life. One day, just as I was driving to work, I came up with the idea of suddenly quit. So I did: I got home and I was wearing typical happiness of quit, that I don't know if it's exactly opposite to the sorrow of being laid off. Then I ran out of money and, almost simultaneously, without a woman. One morning the phone rang and it was a school asking me if I was willing to make a substitution on the support, and I told him that I had been fired, and then I had been deleted from the rankings, and they told me that for that year had not struck out, then tell him whether accepted or not, then I told him that I was now because at that point there was no kissing your elbows to return to teach. Only by a strange irony of fate the school who called me was not only in the place of the one from which I had laid off by saying that I would never entered a school in my life, but even in the same building, which was divided into two lengthwise and housed two different schools. Then I'd go to a place all pissed off and after only eight months was soaked in the same place. And then I was being reabsorbed by the various school adventures. "