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One day we must meet. Le sfide dell'arte e dell'architettura italiane in America (1933-1941) - 9788860100955
di Sergio Cortesini edito da Johan & Levi, 2018
- Prezzo di Copertina: € 28.00
- € 23.80
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: One day we must meet. Le sfide dell'arte e dell'architettura italiane in America (1933-1941)
- Autore: Sergio Cortesini
- Editore: Johan & Levi
- Collana: Saggi d'arte , Nr. 31
- Data di Pubblicazione: 2018
- Genere: arti
- Argomenti : Architettura italiana Arte italiana
- Pagine: 325
- ISBN-10: 886010095X
- ISBN-13: 9788860100955
One day we must meet. Le sfide dell'arte e dell'architettura italiane in America (1933-1941): Ottobre 1937. A suggello di un fruttuoso colloquio alla Casa Bianca, il presidente Roosevelt rivolge a Vittorio Mussolini l'auspicio di incontrare presto suo padre Benito. «One day we must meet»: sono parole incoraggianti per chi, come il figlio del duce, è inebriato dallo scintillante american way of life ed è lì a rappresentare lo spirito più giovanile e modernista del fascismo. Il "grande paese" è in quegli anni sempre più spesso interlocutore privilegiato, al centro delle fitte trame della cosiddetta "diplomazia parallela". L'arte e l'architettura moderne sono impiegate dal governo fascista come ambasciatrici culturali, in modo pervasivo e tenace, per confezionare miti in grado di sedurre le masse e accattivarsi le simpatie dell'opinione pubblica. Una prassi, questa, che genera occasioni e spazi concreti: da un lato gli imponenti padiglioni nazionali, come quello dell'iconica esposizione internazionale di Chicago del 1933, dall'altro le grandiose mostre dei contemporanei - Casorati, Sironi, Levi, Carrà e de Chirico, tra gli altri - accanto ai celebrati old masters, le cui opere intraprendono avventurose traversate transatlantiche grazie anche all'intraprendenza di personaggi come Dario Sabatello, Mimì Pecci Blunt e Giulio Carlo Argan. Con una felice insistenza sulla ricostruzione dei luoghi e del vivace clima culturale dell'epoca e attingendo a centinaia di documenti d'archivio inediti, Sergio Cortesini ripercorre la parabola dell'arte moderna italiana in America tra il 1933 e il 1941. Dai successi iniziali si assiste così al progressivo deteriorarsi delle relazioni pol
October 1937. To seal a fruitful interview at the White House, President Roosevelt addresses his father Vittorio Mussolini hoped to meet soon Benito. ??One day we must meet??: they are encouraging words for those who, as the son of the duce, is intoxicated by the glittering american way of life and it is there to represent the more youthful and modernist spirit of fascism. The "big country" is increasingly privileged during those years, in the middle of the thick textures of so-called "parallel diplomacy". Modern art and architecture are employed by the fascist government as cultural ambassadors, so pervasive and persistent, to manufacture myths that can seduce the masses and win the sympathy of public opinion. This practice generates opportunities and concrete areas: on the one hand the imposing national pavilions, such as the iconic 1933 Chicago International Exposition, on the other hand the great exhibitions of the contemporaries-Casorati, Sironi, Levi, Carr?? and de Chirico, among others-alongside the celebrated old masters, whose works engage in adventurous transatlantic crossings thanks to the initiative of artists like Dario Sabatello, Mimi Pecci Blunt and Giulio Carlo Argan. With a happy and lively places insistence on the reconstruction of the cultural climate of the time and drawing hundreds of unpublished archival documents, Sergio Cortesini traces the parable of modern Italian art in America between 1933 and 1941. From initial successes we witness so the progressive deterioration of relations pol
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