Il coraggio. Vivere, amare, educare - 9788804703082

Il coraggio. Vivere, amare, educare: Un tempo il coraggio - nella sua accezione di ardimento fisico - era solo opera dell'umano, poi le macchine se ne sono impossessate: non più il guerriero armato delle sue proprie mani, ma di mitragliatrici, carri armati, lanciafiamme, cacciabombardieri. Un po' come accade ora con la tecnologia: fino a trent'anni fa occorreva pronunciarsi, scrivere, telefonare, dunque esporsi. Oggi si può comunicare, anzi si è indotti a farlo, senza un'interfaccia umana, dunque senza rischio, senza paura di compromettersi. E le umane virtù vengono delegate a ciò che umano non è. Così, anche il coraggio e la forza d'animo che vi è intrinsecamente connaturata stanno diventando sempre più un'astrazione virtuale, svuotata di senso, per uomini e donne che vagano senza bussola, giovani accecati dal presente e vecchi incartapecoriti nel ricordo. Per fronteggiare «la più grande urgenza sociale odierna», Paolo Crepet propone a genitori, educatori e, in particolare, a quei «nativi digitali» che si accingono a esplorare la propria esistenza in una società ipertecnologica un «ipotetico inventario» di alcune declinazioni del coraggio in vari ambiti dell'esperienza umana (il coraggio di educare, di dire no, di ricominciare, di avere paura, di scrivere, di immaginare, di creare...). Un inventario concepito come un'associazione di idee, un 'brain-storming', un esercizio utile per stimolare adulti e non ancora adulti a ritrovare la forza della sfacciataggine e la capacità di resistenza che la vita ogni giorno ci chiede. Ma in queste pagine Crepet parla soprattutto di un'altra e più ambiziosa forma di coraggi
Courage was once the only work of the human, then the machines took possession of it: no longer the warrior armed with his own hands, but of machine guns, tanks, flamethrowers, fighter bombers. A bit like technology: until thirty years ago it was necessary to pronounce, write, make phone calls, then expose yourself. Today we can communicate, indeed we are induced to do so, without a human interface, therefore without risk, without fear of compromising. And human virtues are delegated to what human is not. present and old wrappings in remembrance. To address "today's greatest social urgency", Paolo Crepet proposes to parents, educators and, in particular, those "digital natives" who are going to explore their existence in a hypertechnological society a "hypothetical inventory" of some declinations of courage in various areas of human experience (the courage to educate, to say no, to start again, to be afraid, to write, to imagine, to create...). An inventory conceived as an association of ideas, a 'brain-storming', a useful exercise to stimulate adults and not yet adults to rediscover the strength of brazenness and the resilience that life every day asks of us. But in these pages Crepet speaks above all of another and more ambitious form of