Costruito da Dio. Perché le chiese contemporanee sono brutte e i musei sono diventati le nuove cattedrali - 9788860101945

Costruito da Dio. Perché le chiese contemporanee sono brutte e i musei sono diventati le nuove cattedrali: Le chiese contemporanee assomigliano spesso a capannoni industriali, piscine, bar, autorimesse. Non hanno quasi mai la facciata, e i campanili sono un labile ricordo. All'interno sono spaesanti e asettiche come sale d'attesa e al posto della cupola c'è il soffitto che fa pensare non a Dio ma all'inquilino del piano di sopra. I rosoni sono sostituiti dai lucernai e le immagini sacre da anodine opere d'arte astratta che rimandano a una vaga spiritualità senza trascendenza; in omaggio al minimal, gli altari sembrano usciti da un catalogo Ikea. L'orrore dei nuovi edifici di culto è il pegno che la Chiesa paga alla contemporaneità: dopo il Concilio Vaticano ii, essa ha dismesso le forme della tradizione preferendo le più ardite stravaganze architettoniche o, peggio, aderendo con giubilo alla burocrazia delle commissioni urbanistiche. Eppure sorgono ovunque nuove, magniloquenti cattedrali: sono i musei, progettati da celebrate archistar, volani di turismo e di investimenti miliardari, luoghi destinati non più a conservare le memorie bensì a fungere da packaging lussuoso dell'arte contemporanea, essi stessi opere d'arte, icone, luoghi dove sperimentare la cultura che si fa religione. Frotte di fedeli partono in pellegrinaggio: come un tempo verso Chartres ora vanno al Guggenheim di Bilbao o alla Tate Modern di Londra per adorare gli idoli e le reliquie della contemporaneità. In modo divertente e divertito, Angelo Crespi passa in rassegna le brutte chiese mettendole in relazione con la disciplina della Conferenza episcopale italiana che offre agli architetti un comico manualetto fr
Contemporary churches look like often in industrial halls, swimming pools, bars, garages. Almost never have the fa??ade and the bell towers are a faint memory. Inside are disorienting and aseptic as waiting rooms and in place of the dome is the ceiling suggesting not to God but to the tenant upstairs. The rosettes are replaced by skylights and sacred images from anodine abstract artwork that go to a vague spirituality without transcendence; in homage to the minimal, the altars seem straight out of an Ikea catalog. The horror of the new buildings of worship is the pledge that the Church pays to contemporary: after the Second Vatican Council, it has abandoned the traditional shapes preferring the most daring architectural extravagances or, worse, by joining with jubilation to the bureaucracy of the urban planning commissions. Yet arise anywhere new, bombastic cathedrals: are museums, designed by celebrated architect, flywheels, tourism and investment millionaires, places no longer to keep the memories but to serve as a luxurious packaging of contemporary art, themselves artwork, icons, places to experience the culture that you do religion. Droves of pilgrims depart on pilgrimage: as a long time towards Chartres now go to the Guggenheim in Bilbao or the Tate Modern in London to worship idols and relics of contemporaneity. So funny and entertained, Angelo Crespi browse ugly churches putting them in connection with the discipline of the Italian Bishops ' Conference that gives architects a comic booklet fr