Firenze, i fiorentini e il fiorentino - 9788827863879

Firenze, i fiorentini e il fiorentino: "A cosa deve le sue fortune una città come Firenze, la più piccola tra le grandi città del mondo? Agli artisti? Ai poeti? Alla bistecca? Alla "C" aspirata? Alla simpatia dei suoi cittadini? Forse quest'ultima un po' meno, ma mentre mi ponevo queste domande ho iniziato a prendere qualche appunto ed è nato un piccolo 'zibaldone' di pensieri in libertà. Un libretto nato per gioco, come spesso accade, e inizialmente stampato in poche copie da distribuire agli amici, che oggi vede la sua pubblicazione ufficiale in una nuova edizione ampliata ed arricchita. Il testo scorre come una chiacchierata tra amici, discutendo sulla modernità delle antichità di Firenze: città che vive di divertenti contraddizioni e nel continuo confronto di opposti sentimenti: guelfi e ghibellini, bianchi e neri, Chiesa e impero. Una passeggiata fortemente autobiografica attraverso le viuzze del centro storico, per mano a Dante, Brunelleschi e Pinocchio, chiacchierando con Masaccio e Antonio Meucci, ricordando l'origine di proverbi quasi dimenticati e le particolari regole grammaticali del vernacolo fiorentino." (L'autore)
"What does a city like Florence, the smallest of the world's big cities, owe its fortunes? Artists? To the poets? Steak? To the aspirated "C"? To the sympathy of its citizens? Perhaps the latter a little less, but as I asked myself these questions I started to take a few notes and a little 'zibaldone' of thoughts in freedom was born. A booklet born for fun, as often happens, and initially printed in a few copies to distribute to friends, which today sees its official publication in a new edition expanded and enriched. The text flows like a chat between friends, discussing the modernity of antiquities in Florence: a city that lives on funny contradictions and in the constant confrontation of opposite feelings: guelphs and guillotines, black and white, Church and empire. A strongly autobiographical walk through the narrow streets of the old town, at the hands of Dante, Brunelleschi and Pinocchio, chatting with Masaccio and Antonio Meucci, remembering the origin of almost forgotten proverbs and the particular grammatical rules of the Florentine vernacular." (The author)