La terra che vogliamo. Il futuro delle campagne italiane - 9788866270935

La terra che vogliamo. Il futuro delle campagne italiane: Mangiare: per la maggior parte di noi, si tratta di una cosa da fare alla svelta, pagando poco e senza farsi troppe domande. In realtà, l'agricoltura, cioè il settore che produce il cibo di cui ci nutriamo, è al crocevia di una serie di questioni che ci toccano molto da vicino. Oggi il settore agricolo è responsabile di una quota importante delle emissioni di gas serra che riscaldano il clima ed è una delle principali cause della perdita di biodiversità. Complici anche noi consumatori italiani che, con un paradosso inaccettabile in un mondo in cui un miliardo di persone non ha da mangiare, buttiamo a mare la dieta mediterranea e contribuiamo a generare quantità scandalose di sprechi alimentari. Insomma: al di là dei proclami di chi sostiene che la soluzione deve essere basata sulla tecnologia (e in particolare attraverso l'impiego massiccio degli Ogm), la strada è un'altra, e passa per un'alleanza tra cittadini consapevoli e una nuova agricoltura. Un'agricoltura già all'opera, praticata da molti produttori italiani ed europei, attenti ai processi naturali e capaci di innovare. La terra che vogliamo individua i problemi che condizionano il sistema agricolo e propone delle soluzioni credibili, delineando una risposta efficace a quella che è una delle domande fondamentali della nostra epoca: "Nel volgere di pochi anni saremo in nove miliardi. Riusciremo a sfamare tutti?".
Eat: for most of us, it's one thing to make this quick, paying little and without getting too many questions. In fact, agriculture, i.e. the sector that produces the food we eat, is at the crossroads of a number of issues that affect us very closely. Today the agricultural sector is responsible for a significant proportion of greenhouse gas emissions that warm the atmosphere and is a major cause of biodiversity loss. We also accomplices Italian consumers that, with an unacceptable paradox in a world where a billion people do not have to eat, we throw overboard the Mediterranean diet and contribute to generate scandalous amounts of food waste. In short, beyond the declarations of those who argue that the solution should be based on technology (and in particular through the massive use of GMOs), is another road, and passes through an alliance between citizens aware and a new agriculture. Already at work agriculture, practiced by many Italian and European producers, attentive to the natural processes and able to innovate. The land that we want to identify problems that affect the agricultural system and offers credible solutions, outlining an effective response to what is one of the fundamental questions of our time: "in a few years we'll be nine billion. We can feed everyone? ".