Io sono Iqbal - 9788856670813

Io sono Iqbal: Nel piccolo villaggio pakistano, frotte di bambini giocano a rincorrersi, ridono felici. Iqbal li vede dal finestrino del furgone che lo sta riportando a casa, al tramonto. Quei giochi erano anche i suoi, un tempo. Prima che ogni mattina all'alba venissero a prelevarlo per portarlo alla fabbrica di tappeti. Prima che fosse costretto a trascorrere le giornate attaccato a un telaio, in una stanza afosa, senza staccare gli occhi dal lavoro, altrimenti volano le botte. Prima. Non se li ricorda nemmeno più i giochi da bambini, Iqbal. Eppure non ha ancora dieci anni. Sei anni prima è stato ceduto dalla famiglia per coprire un debito di dodici dollari, contratto dal fratello maggiore per sposarsi. Un debito che non si estingue mai. Da allora è stato uno schiavo, sottomesso a padroni senza scrupoli, a sorveglianti crudeli, abbrutiti dalla miseria e dalla paura. Ha vissuto incatenato al telaio, inginocchiato per quindici ore al giorno, a tessere con le sue piccole mani quei bellissimi tappeti apprezzati in tutto il mondo. Insieme ad altri bambini come lui. Ma Iqbal è diverso, in lui c'è una scintilla che niente riesce a spegnere, la sua mente è attenta e vigile, il suo senso di giustizia innato. Non tutti i bambini sono costretti a lavorare, pensa guardando il mondo dal finestrino di un furgone, quindi ci deve essere un modo. Così, dopo un tentativo fallito e pagato a caro prezzo, Iqbal riesce finalmente a fuggire. Ha un solo obiettivo in testa, un sogno: far sapere al mondo cosa succede in Pakistan, liberare tutti i bambini dalla schiavitù. E ridare loro quell'infanzia che hanno pr
In the small Pakistani village, droves of children play to chase each other, they laugh happily. Iqbal sees them from the window of the van that's bringing him home at dusk. Those games were his, too, once. Before every morning at dawn they came to fetch him to take him to the carpet factory. Before he was forced to spend the days attached to a loom, in a suly room, without taking his eyes off the job, otherwise they would fly the barrel. Before. He doesn't even remember children's games anymore, Iqbal. Yet he is not ten years old. Six years earlier he was surrendered by the family to cover a debt of twelve dollars, contracted by his elder brother to marry. A debt that never expires. Since then he has been a slave, subjected to unscrupulous masters, to cruel warders, brutalized by misery and fear. He lived chained to the loom, kneeling for fifteen hours a day, weaving with his small hands those beautiful carpets appreciated all over the world. Along with other children like him. But Iqbal is different, in him there is a spark that nothing can turn off, his mind is attentive and vigilant, his sense of innate justice. Not all children are forced to work, think looking at the world from the window of a van, so there must be a way. So after a failed attempt and paid dearly, Iqbal finally manages to escape. He has only one goal in his head, a dream: Let the world know what happens in Pakistan, liberate all children from slavery. And give them back that childhood that they have PR