Borg McEnroe - 9788868368982

Borg McEnroe: Uno è l'idolo delle ragazzine, con la sua chioma bionda fluente e il corpo scolpito. Sul campo è impassibile, concentrato, pronto a cogliere il minimo errore dell'avversario. Elegante e composto, è un fondocampista e rappresenta il meglio della tradizione tennistica. L'altro è bruno, dal ghigno feroce, e capriccioso come i suoi ricci fanno pensare. Ama il rock, frequenta lo Studio 54, conosce Warhol e Mick Jagger. È bizzoso sul campo e il suo gioco è imprevedibile, è un fantasista nato. Se, come ha detto qualcuno, il primo, Björn Borg, è il Concilio Vaticano II, allora l'altro, John McEnroe, è la Rivoluzione francese. Non possono essere più distanti, eppure hanno molto in comune: sono grandissimi campioni e sono entrambi eretici, fuori dall'establishment, per personalità e innovazione. Sono due magnifici nemici, e come spesso accade tra nemici, sono complementari e quindi necessari l'uno all'altro. Il 1980 è l'anno in cui la loro rivalità raggiunge l'apice regalando agli appassionati due match epocali, la finale di Wimbledon e quella degli US Open. Quando il 5 luglio si affrontano per giocare la prima attesissima partita, il pubblico sugli spalti e milioni di persone nel mondo stanno col fiato sospeso, come se sapessero che quell'incontro sta per segnare la storia dello sport, al pari di certi leggendari incontri di boxe, come Ali contro Frazier. Sulla linea di fondo, Borg, concentratissimo, non stacca gli occhi dall'avversario. McEnroe tende il busto verso l'alto e si appresta a servire. La tensione corre. La battaglia dei giganti sta per cominciare. Prefazione di Adriano
One is the idol of little girls, with her blond hair flowing and the body sculpted. On the field is impassive, concentrated, ready to grasp the slightest error of the adversary. Elegant and composed, it is a fondocampista and represents the best of the tennis tradition. The other is Bruno, from the fierce sneer, and capricious as his curls do think. She loves rock, attends Studio 54, knows Warhol and Mick Jagger. He is bizarre on the field and his game is unpredictable, he is a born fantasist. If, as someone said, the first, Björn Borg, is the Second Vatican Council, then the other, John McEnroe, is the French revolution. They cannot be farther apart, yet they have much in common: they are great champions and they are both heretics, outside the establishment, for personality and innovation. They are two magnificent enemies, and as often happens between enemies, they are complementary and therefore necessary to each other. The 1980 is the year in which their rivalry reaches its apex by giving fans two epochal matches, the final of Wimbledon and the US Open. When on July 5 they face to play the first awaited game, the audience in the stands and millions of people in the world are in suspense, as if they knew that the meeting is about to mark the history of the sport, like some legendary meetings of Boxing, like Ali versus Frazier. On the bottom line, Borg, focused, does not detach his eyes from the adversary. McEnroe tends to the upper torso and is preparing to serve. The tension runs. The Battle of the Giants is about to begin. Preface by Adriano