Un tetto a chi lavora. Mondi operai e migrazioni italiane nell'Europa degli anni Cinquanta - 9788862502252

Un tetto a chi lavora. Mondi operai e migrazioni italiane nell'Europa degli anni Cinquanta: Il volume analizza il rapporto tra pratiche sociali, modelli di insediamento e morfologia urbana in contesti diversi che si prestano a una stimolante comparazione: da un lato il polo industriale dell'area metropolitana milanese (Sesto San Giovanni), dall'altro il bacino minerario del Belgio (La Louvière). Si tratta di contesti di inserimento in aree industriali profondamente differenti dal punto di vista della morfologia socio-professionale e dell'organizzazione territoriale, che profilano spazi ibridi tra rurale e urbano in profonda e rapida trasformazione, a causa del massiccio afflusso di manodopera immigrata. Le profonde differenze tra le due aree consentono di mettere alla prova dell'analisi comparata concetti e percorsi storici dell'integrazione, della cittadinanza, della costruzione delle identità collettive, in modo da superare stereotipe dicotomie tra rurale/urbano, tradizione/modernità, integrazione/conflitto, movimento di popolazione interno/internazionale. Affiancando e confrontando fonti scritte e memorie orali, l'autrice affronta con ricchezza di informazioni la questione delle abitazioni e degli spazi di vita dei migranti, ed evidenzia le peculiarità di due esperienze sociali di migrazione profondamente diverse.
The volume analyses the relationship between social practices, settlement patterns and urban morphology in different contexts that lend themselves to a challenging comparison: on the one hand, the industrial capital of the Milan metropolitan area (Sesto San Giovanni), on the other hand the mining basin of Belgium (La Louvi??re). This is insertion contexts very different industrial areas from the point of view of socio-professional and morphology of territorial organisation, profiling hybrid spaces between rural and urban in profound and rapid transformation, due to the massive influx of immigrant labor. The profound differences between the two areas allow you to test the comparative analysis concepts and historical routes of integration, citizenship, the construction of collective identities in order to overcome stereotypical dichotomies between rural/urban, tradition/modernity, integration/conflict, domestic/international population movement. Combining and comparing oral memories and written sources, the author tackles with wealth of information the housing question and lives of migrants and highlights the characteristics of two profoundly different migration social experiences.