L'algoritmo sovrano. Metamorfosi identitarie e rischi totalitari nella società artificiale - 9788832043013

L'algoritmo sovrano. Metamorfosi identitarie e rischi totalitari nella società artificiale: Ripercorrendo le tappe salienti della colonizzazione della rete e delle identità virtuali dei suoi frequentatori, nella prima parte del libro si porta l'attenzione su alcuni dei dispositivi nascosti che stanno velocemente dissodando il terreno di una nuova e inedita deriva totalitaria. Nella seconda parte, si spinge lo sguardo sulle frontiere opache in cui gli Stati a più alta propensione digitale provano a difendere da questa sfida transumanista il loro stesso futuro, ma in una prospettiva cieca, "al rialzo". Come in un incubo - documentato e niente affatto distopico - si profilano così i contorni di simil-democrazie dalle libertà sostanziali vacillanti in cui i cittadini, assoggettati biometricamente a un codice unico personale, si dispongono a riprodursi come cloni volontari di un algoritmo sovrano. Naturalmente, un'alternativa c'è ancora: prendere atto della nostra incompiutezza come specie e riportare la barra della nostra vita sociale anzitutto sui legami, sulle comunità istituenti e sulle relazioni faccia-a-faccia. Non "contro le tecnologie digitali" ma portando la critica direttamente alla radice del modo di produzione capitalistico che esse riproducono.
Retracing the salient stages of the colonization of the network and of the virtual identities of its frequenters, in the first part of the book brings attention to some of the hidden devices that are quickly dissipating the ground of a new and unpublished Totalitarian Drift. In the second part, we look at the opaque frontiers in which the States with the highest digital propensity try to defend from this transhumionist challenge their own future, but in a blind perspective, "upward". As in a nightmare-documented and not at all dyopical-the outlines of simil-democracies are profiled from the wavering substantive freedoms in which the citizens, subjected biometrically to a single personal code, arrange themselves to reproduce as clones Volunteers of a sovereign algorithm. Of Course, there is still an alternative: to take note of our incompleteness as a species and to bring the bar of our social life above all to the links, the institutent communities and the face-to-face relationships. Not "against digital technologies" but by bringing criticism directly to the root of the capitalist way of production that they reproduce.