Alle armi, cavalieri! Le storie dei paladini di Francia - 9788868436742

Alle armi, cavalieri! Le storie dei paladini di Francia: "Nato e cresciuto tra i pupi e in una famiglia di teatranti girovaghi, ho imparato a vivere fianco a fianco con personaggi immaginari, come se fossero reali e in carne e ossa. Ogni sera, nel teatrino, andava in scena una puntata diversa della 'Storia dei paladini di Francia', proprio come diverse erano le storie del nostro quotidiano; e quando durante il giorno c'era da risistemare o ripulire i pupi, era normale per noi chiamarli per nome, come si fa con un amico o un parente. Eravamo sette figli e insieme a mio padre, mia madre e ai nostri trecento pupi costituivamo una specie di famiglia allargata, dove lo zio o il nonno di Orlando e Rinaldo erano anche per noi bambini uno zio e un nonno. Quando poi mi capitava di andare con mio padre a trovare i suoi amici cuntisti - come si chiamano in siciliano i contastorie che da sempre raccontano il ciclo dei paladini - io seguivo rapito le loro voci, e i personaggi che evocavano mi sembravano vivi e presenti proprio come quando nell'Opera dei pupi li guardavo muoversi sul palcoscenico. Le parole che mi giungevano alle orecchie prendevano subito forma sullo schermo della mia mente. Ero una specie di testimone dei fatti raccontati, che io conoscevo già, ma che in quel preciso istante si fissavano nella mia mente, così come un fuoco acceso si rafforza con nuovi tocchi di legno. Divenuto grande, ho cominciato a vestire io stesso i panni del cuntista e ancora oggi, con i pupi e il cunto, continuo a raccontare queste storie antiche, tramandatemi oralmente. Quando ho deciso di raccoglierle in un libro, la strada maestra è stata di lasciar
"Born and raised among the phasing and in a family of wandering teatrants, I learned to live side by side with imaginary characters, as if they were real and in flesh and blood. Every evening, in the theater, a different episode of the 'History of the Paladins of France' was staged, just as the stories of our daily life were different; and when during the day there was to rearrange or clean the pups, it was normal for us to call them by name, as you do with a friend or relative. We were seven children and together with my father, my mother and our three hundred pearly we formed a kind of extended family, where Orlando and Rinaldo's uncle or grandfather were also for us children an uncle and a grandfather. When I happened to go with my father to visit his cuntist friends - as they call in Sicilian the storytellers who always tell the cycle of the paladins - I followed their voices, and the characters they evoked seemed alive and present just like this I went to the Opera of the Pandes and watched them move on the stage. The words that came to my ears immediately took shape on the screen of my mind. I was a kind of witness to the events told, which I already knew, but that at that precise moment they fixed themselves in my mind, just as a lit fire is strengthened with new touches of wood. As I grew up, I began to play the role of the cuntista myself and even today, with the pupeto and the cunto, I continue to tell these ancient stories, handed down orally. When I decided to pick them up in a book, the high road was to leave