Sonecka - 9788845933578

Sonecka: Marina Cvetaeva conobbe l'attrice Sof'ja (Sonecka) Gollidej - il suo «più grande amore femminile» - alle soglie del 1919, il «più nero, pestilenziale, mortifero» degli anni postrivoluzionari, quando in una Mosca misera e affamata «si affratellò a una banda di commedianti»: gli attori allievi del Secondo Studio presso il Teatro d'Arte. Ventidue anni - ma con l'aspetto di una ragazza-bambina -, elfo, Mignon, Infanta, Sonecka, che aveva allora grande successo nelle «Notti bianche» di Dostoevskij, era capricciosa, sentimentale, indisciplinata, instancabile raccontatrice di sciocchezze, sogni, deliziose storielle, con un debole per le «paroline da collegiale», i diminutivi, le romanze strappalacrime da cui sembrava lei stessa uscita - l'opposto dell'indole «virile, retta, di acciaio» di Marina. Fra le due donne nacque una «amicizia frenetica, reciproca deificazione di anime», destinata a concludersi quando, dopo neppure un anno, Sonecka abbandonò Mosca per seguire il suo «destino di donna». Scritto nel 1937, quando ormai tutto annunciava la catastrofe finale (la Cvetaeva era stata definitivamente proscritta dalla colonia «émigrée» parigina e il marito, smascherato come agente sovietico, sarebbe fuggito di lì a poco nella Russia comunista, dove aveva già fatto ritorno la figlia Alja, dalla quale era arrivata la notizia della morte di Sonecka), all'ombra della perdita e del dolore, il racconto-epitaffio è smagliante, luminoso, sembra irradiare vitalità e tepore. Prodigi di una ancora viva affezione, ma anche di una scrittura - sempre sottesa dal pensiero poetico - che coniuga ardi
Marina Cvetaeva met actress Sof ' ja (Sonecka) Gollidej-her ' greatest love of Women '-on the Threshold of 1919, the "blackest, pestilential, mortiferous" of the post-revolutionary years, when in a wretched and hungry Fly "he sank into a band of Comedians»: The student actors of the Second Studio at the Art Theatre. Twenty-Two years-but with the appearance of a girl-child-, Elf, Mignon, Infanta, Sonecka, who had then great success in the "White Nights" of Dostoyevsky, was capricious, sentimental, unruly, tireless telling of nonsense, dreams, Delightful stories, with a weakness for the "collegiate words", the diminutive, the tearful romances from which she seemed to come out herself-the opposite of the "manly, straight, steel" character of the Navy. Between the two women was born a "frantic friendship, mutual deification of souls", destined to conclude when, after not even one year, Sonecka abandoned Moscow to follow his "destiny of Woman." Written in 1937, when it all announced the final catastrophe (the Cvetaeva had been definitively proscribed by the Parisian colony "Émigrée" and the husband, unexposed as a Soviet agent, he would have fled shortly in Communist Russia, where he had already Having returned the daughter Alja, from whom the news of the death of Sonecka had arrived, in the shadow of loss and pain, the narrative-epitaph is dazzling, luminous, it seems to radiate vitality and warmth. Prodigies of a still-living affection, but also of a scripture--always under the poetic thought--which conjugates Ardi