Sterminio e stermini. Shoah e violenze di massa nel Novecento - 9788815137388

Sterminio e stermini. Shoah e violenze di massa nel Novecento: "Lo stupore perché le cose che viviamo sono 'ancora' possibili nel ventesimo secolo", scriveva Walter Benjamin, "non è filosofico. Non sta all'inizio di alcuna conoscenza se non di questa: che l'idea di storia da cui deriva non è sostenibile". Il Novecento si è concluso, ma stermini e genocidi gli sono sopravvissuti. In un tempo in cui la memoria della Shoah e delle altre violenze di massa del ventesimo secolo rischia di ripiegarsi in forme vuotamente retoriche o celebrative, interrogare la natura dello sterminismo e del male politico a partire dal suo limite estremo, Auschwitz, e individuarne, con uno sguardo interdisciplinare e comparativo, le radici psicologiche e sociali, economiche e culturali, antropologiche e istituzionali, non è soltanto un compito conoscitivo, ma un imperativo morale che nasce dalla consapevolezza che "è accaduto e può accadere ancora". Quali sono le origini del male genocidiario? Quali forme di agire possono porre un argine al dilagare della violenza di massa, o, una volta che questa sia esplosa, cercare di cicatrizzarne le ferite? Come tramandare il ricordo di una catastrofe dopo che sono scomparsi gli ultimi testimoni? Come immaginare l'inimmaginabile? Su questi interrogativi il volume propone una riflessione in cui il rigore scientifico e il confronto con le più recenti acquisizioni della storiografia e delle scienze umane e sociali si uniscono alla volontà di contribuire alla formazione di un'opinione pubblica consapevole e informata.
"I wonder why things that we live are still possible in the twentieth century," wrote Walter Benjamin, "is not philosophical. It's not the beginning of any knowledge except this: that the idea of story hence not sustainable ". The twentieth century has ended, but extermination and genocide the survived. At a time when the memory of the Holocaust and other mass violence of the twentieth century is likely to fold into shapes simply inanely celebratory rhetoric or, question the nature of political sterminismo and evil from its far end, Auschwitz, and identify with a comparative and interdisciplinary, psychological and social, economic and cultural roots, anthropological & institutions is not only a cognitive task, but a moral imperative that stems from the awareness that "has happened and can happen again." What are the origins of evil genocidal? What forms of Act may pose a barrier to the spread of mob violence, or, once this exploded, try to cicatrizzarne the wounds? How to pass on the memory of a catastrophe after they disappeared the last witnesses? How to imagine the unimaginable? On these questions the volume proposes a reflection in which the scientific rigour and the comparison with the latest historiography and Humanities and social sciences are combined with the desire to contribute to the formation of public opinion aware and informed.