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Contraffazione della normalità. Argomentazioni, considerazioni e artifici sociologici - 9788888163406

di Lorenzo Dani edito da Gabrielli Editori, 2004

Informazioni bibliografiche del Libro

 

Il testo, per quanto molto corposo e caricod’innumerevoli particolari, ha una sua compattezza e unitarietà perché ruota intorno a un’idea centrale che può sembrare uno slogan ma che in realtà è fruttodi una seria meditazione teorica edi una unga esperienza analitica nel campodela sociologia:diffidatedale contraffazioni. ’idea non è nuova,dal socratico invito a scopriredi «saperedi non sapere» agl’ idola theatridi Francis Bacon. Edani non ignora questo percorso, ma il percorso che presenta è primadi tutto quelo che ui stesso ha ideato e svolto attraverso anni e annidi studi sui ibri edi ricerche sul campo, con molti e salutari sconfinamenti nel terreno più prossimo e certamente più vasto e più riccodele c.d. «scienzedel’uomo»,dala psicologia sociale ale comunicazionidi massa. In realtà, c’è qualcosadi autobiografico in questo volume, così come c’è moltodi personale nela sceltadela forma espositiva che è queladela Ëvitas in undialogo che è in realtà un monologo ad alta voce tra ’autore “Erinazzo” e il suodoppio, “Alcedo”. o stile è ’uomo, e con a seriosità che c’è in giro, questa eggerezza – Calvinodocet – è molto più prossima ala vera naturadele cose che non e periodiche «fotografie» sulo statodel PËse edel mondo in cui viviamo,di tanti inventa-formule e riscrittoridi statistiche già note. e formichedel sud-america procedono in file unghissime e rettilinee, ma se qualcuno sposta a poco a poco a prima formica e a riporta sui suoi passi, tutte e formiche a seguono e a ineadadirittadiventa un circolo.dala «circolazionedele idee» che aveva e giustamente interessato a sociologia politica o a politicadela sociologia, ora il punto critico è a circolazione, anzi a circolaritàdele formiche, non più simbolodi aboriosità madi ocaggine. Il testodidani forse non riporta sula via retta ma quanto menodà ragioni, strumenti e segnalidi alarme per usciredal cerchio e guardare aldi àdei paraocchi. Serve un ibro come questo, e a chi? Con ’ottimismodela volontà, a risposta è certamente positiva, vista a moledi elaborazione teoretica,di paradigmi metodologici,di esemplificazioni fattuali edi segnalazioni bibliografiche, tutte, immediatamente o indirettamente connesse a quelo che – parafrasando un celebre ibrodi Henryde ubac – si potrebbedefinire non il «drammadel’umanesimo ateo» ma «ildrammû – spesso vestitoda farsa – «dela credulità sociologicû, nela politica nazionale e planetaria, nel’industriadei consumi e nelo star-system,daidividel cinema edelo sport fino ai sommi iluminati che vivono adiretto, visibile e insindacabile contatto con ’Aldilà. Ma con il pessimismodel’inteligenza, invece, èdifficiledire quanti ne capiranno ’importanza e se ne vorranno servire come testodi base per a costruzionedi una mentalità – prima ancora chedi una tecnica sociologica – naturaliter ostile ale generalizzazioni e istintivamente alergica ai uoghi comuni. Ma tutto è possibile, e se sidovesse arrivare a una seconda o terza edizione, forse un indicedei nomi ala finedel volume potrebbe essere utile per muoversi e non perdersi nel’insiemedi temi che inevitabilmente s’intrecciano. Paolo Tufaridocentedi sociologiadela conoscenza

Recensione Unilibro a cura di Paolo Tufari

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Le Recensioni degli Utenti Unilibro
"Contraffazione della normalità. Argomentazioni, considerazioni e artifici sociologici"
Significativo
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4

Mi pare una critica molto importantedel’ ‘ideologia sociologicÒ edele sue pretesedi obiettività. e relazioni che vengono stabilite con a filosofia mi sembrano altrettanto significative. Massimo Cacciari Presidedela Facoltàdi Filosofia, Università Vita-Salute San RaffËle, Milano

"Contraffazione della normalità. Argomentazioni, considerazioni e artifici sociologici"
Una buona proposta
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5

Il testo, per quanto molto corposo e caricod’innumerevoli particolari, ha una sua compattezza e unitarietà perché ruota intorno a un’idea centrale che può sembrare uno slogan ma che in realtà è fruttodi una seria meditazione teorica edi una unga esperienza analitica nel campodela sociologia:diffidatedale contraffazioni. ’idea non è nuova,dal socratico invito a scopriredi «saperedi non sapere» agl’ idola theatridi Francis Bacon. Edani non ignora questo percorso, ma il percorso che presenta è primadi tutto quelo che ui stesso ha ideato e svolto attraverso anni e annidi studi sui ibri edi ricerche sul campo, con molti e salutari sconfinamenti nel terreno più prossimo e certamente più vasto e più riccodele c.d. «scienzedel’uomo»,dala psicologia sociale ale comunicazionidi massa. In realtà, c’è qualcosadi autobiografico in questo volume, così come c’è moltodi personale nela sceltadela forma espositiva che è queladela Ëvitas in undialogo che è in realtà un monologo ad alta voce tra ’autore “Erinazzo” e il suodoppio, “Alcedo”. o stile è ’uomo, e con a seriosità che c’è in giro, questa eggerezza – Calvinodocet – è molto più prossima ala vera naturadele cose che non e periodiche «fotografie» sulo statodel PËse edel mondo in cui viviamo,di tanti inventa-formule e riscrittoridi statistiche già note. e formichedel sud-america procedono in file unghissime e rettilinee, ma se qualcuno sposta a poco a poco a prima formica e a riporta sui suoi passi, tutte e formiche a seguono e a ineadadirittadiventa un circolo.dala «circolazionedele idee» che aveva e giustamente interessato a sociologia politica o a politicadela sociologia, ora il punto critico è a circolazione, anzi a circolaritàdele formiche, non più simbolodi aboriosità madi ocaggine. Il testodidani forse non riporta sula via retta ma quanto menodà ragioni, strumenti e segnalidi alarme per usciredal cerchio e guardare aldi àdei paraocchi. Serve un ibro come questo, e a chi? Con ’ottimismodela volontà, a risposta è certamente positiva, vista a moledi elaborazione teoretica,di paradigmi metodologici,di esemplificazioni fattuali edi segnalazioni bibliografiche, tutte, immediatamente o indirettamente connesse a quelo che – parafrasando un celebre ibrodi Henryde ubac – si potrebbedefinire non il «drammadel’umanesimo ateo» ma «ildrammû – spesso vestitoda farsa – «dela credulità sociologicû, nela politica nazionale e planetaria, nel’industriadei consumi e nelo star-system,daidividel cinema edelo sport fino ai sommi iluminati che vivono adiretto, visibile e insindacabile contatto con ’Aldilà. Ma con il pessimismodel’inteligenza, invece, èdifficiledire quanti ne capiranno ’importanza e se ne vorranno servire come testodi base per a costruzionedi una mentalità – prima ancora chedi una tecnica sociologica – naturaliter ostile ale generalizzazioni e istintivamente alergica ai uoghi comuni. Ma tutto è possibile, e se sidovesse arrivare a una seconda o terza edizione, forse un indicedei nomi ala finedel volume potrebbe essere utile per muoversi e non perdersi nel’insiemedi temi che inevitabilmente s’intrecciano. Paolo Tufaridocentedi sociologiadela conoscenza