L'aur'amara. Testo provenzale a fronte. Ediz. critica - 9788843096039

L'aur'amara. Testo provenzale a fronte. Ediz. critica: Di questo grande trovatore (vissuto nella seconda metà del XII secolo) che Dante colloca fra i lussuriosi del Purgatorio, mettendogli in bocca un ampio discorso in provenzale, ci è rimasto un breve ma compatto canzoniere che giustifica appieno la definizione dantesca di «miglior fabbro del parlar materno» e l'elogio petrarchesco del suo «dir strano e bello». Domina infatti in questi versi una strenua ricerca metrica e stilistica, che fissa in gelide astrazioni i paradossi e i rituali dell'amore cortese. L'itinerario iniziatico della fin'amor si risolve qui nella dura ed esaltante opera della creazione poetica, che diventa un imperativo assoluto: «Debbo fare più di ogni altro una canzone di tal fattura che non ci sia parola impropria né verso senza rima». E questa ricerca culmina nel virtuosismo arcano e incantatorio della sestina, dove il ritorno ossessivo delle stesse sei parole-rima esprime mirabilmente il circolo vizioso del desiderio erotico: un modello metrico che sarebbe poi stato imitato da molti grandi poeti, da Dante e Petrarca fino a Ungaretti.
of this great troubadour (lived in the second half of the twelfth century) that Dante places among the lustful of purgatory, putting in his mouth a broad discourse in Provençal, there remained a short but compact songbook that fully justifies the dantesque definition of « Best blacksmith of the maternal speak» and the Petrarchesque eulogy of his «Strange and beautiful dir». It dominates in these verses a strenuous search for metrics and stylistic, that fixes in icy abstractions the paradoxes and the rituals of the courtly love. The initiatory itinerary of the way of love is resolved here in the harsh and exhilarating work of poetic creation, which becomes an absolute imperative: "I must make more than any other song of this invoice that there is no improper word or rhyme". And this research culminates in the arcane and incantatory virtuosity of the Sestina, where the obsessive return of the same six words-rhyme admirably expresses the vicious circle of erotic desire: a metric model that would then be imitated by many great poets, From Dante and Petrarch to Ungaretti.