I censori all'opera - 9788845932021

I censori all'opera: Romanzi a chiave che svelano gli intrighi di corte, opere troppo fiacche quanto a faziosità socialista, storie d'amore in bengali da cui traspare l'odio per la dominazione inglese, e poi censori ormai insofferenti del loro lavoro, poliziotti sulle tracce di testi proibiti e appassionati bibliotecari indiani: sono solo alcuni dei protagonisti, di carta e in carne e ossa, di un libro dagli obiettivi non meno semplici che audaci - ripensare l'idea stessa di censura. Attraverso approfondite ricerche d'archivio, Darnton ricostruisce, negli aspetti teorici e nell'applicazione pratica, i meccanismi di controllo messi in atto da tre diversi sistemi autoritari: la Francia borbonica del XVIII secolo, dove il libro era un privilegio per pochi e la sanzione regia valeva non solo a reprimere, ma anche a certificare la qualità del prodotto, mentre il censore era al tempo stesso critico letterario e revisore editoriale; il Raj britannico, osservato nel momento in cui, dopo la rivolta del 1857, l'esigenza di tenere d'occhio la produzione letteraria indigena si tradusse in una curiosa mania etnografico-classificatoria; e la Germania dell'Est, dove la censura era parte di un vasto piano di ingegneria sociale e gli apparatcik svolgevano nell'ombra il ruolo di agenti-editori, negoziando permessi di pubblicazione, discutendo le bozze e lavorando per riportare nei ranghi i potenziali dissidenti. Sono prassi censorie distanti nello spazio e nel tempo, eppure capaci di riportare alla luce «un sistema di controllo che permea le istituzioni, colora i rapporti umani e penetra nei meccanismi più intim
Novels which reveal the intrigues at Court, works too feeble as to Socialist factionalism, love stories in bengali revealing hatred of the British rule, and then censors now intolerant of their work, cops on the trail of texts forbidden and passionate Indian librarians are just a few of the protagonists, of paper and in the flesh, a book by no less simple than bold-rethink the very idea of censorship. Through extensive archival research, Darnton reconstructs, in theoretical and practical application, the control mechanisms put in place by three different authoritarian systems: the Bourbon 18th century France, where the book was a privilege for the few and the sanction directed was not only to repress, but also to certify the quality of the product, while the elder was at once literary critic and editorial reviewer; the British Raj, observed at the time when, after the revolt of 1857, the need to keep an eye on the indigenous literary production resulted in a curious ethnographic craze-classificatory; and Eastern Germany, where the censorship was part of a vast plan of social engineering and the apparatchiks at the shadow the role of agents-editors, negotiating permits, discussing the drafts and working to bring into line the potential dissidents. Censorship practices are far apart in space and time, yet able to rediscover ' a control system that permeates the institutions, color human relationships and penetrates the mechanisms more intim