In guerra con me stesso. Due conversazioni con Jacques Derrida - 9788876984327

In guerra con me stesso. Due conversazioni con Jacques Derrida: Due interviste, solo in apparenza tra loro lontane nel tempo. La prima del 1986, in tv, con Didier Cahen di "France-Culture"; l'altra, due mesi prima della sua morte, apparsa su "Le Monde" il 19 agosto 2004 con Jean Birnbaum. In realtà vicine per i temi discussi e lo spirito con cui il lavoro filosofico di Jacques Derrida viene affrontato per il pubblico vasto e indifferenziato della tv e del maggior quotidiano francese. Nella prima il congedo, lungo e articolato, dalla tradizione filosofica metafisica si intreccia con le precisazioni, molto chiare, sul modo di intendere la "decostruzione". Nella seconda, quando Derrida è in vista dell'ultimo vero congedo, quello dalla vita, un certo velo di malinconia sorregge la descrizione della fragilità e insieme della finezza di tutto il lavoro concettuale fino ad allora svolto. Emerge una visione della filosofia orgogliosa del proprio lascito e nello stesso tempo consapevole della precarietà con cui ogni tradizione, anche quella che apparentemente ne vorrebbe volentieri fare a meno, deve fare i conti, a partire dalla lingua stessa con cui cerca di esprimersi. Due testimonianze dell'intensità di un pensiero spesso frainteso.
Two interviews, only in appearance between their distant in time. The first of 1986, on tv, with Didier Cahen "France-Culture"; the other, two months before his death, published in "Le Monde" on 19 August 2004 with Jean Birnbaum. Really close to the themes discussed and the spirit in which the philosophical work of Jacques Derrida is confronted to the wide audience and undifferentiated tv and major French newspaper. In the first the leave, long and articulated, from the metaphysical philosophical tradition is intertwined with the details, very clear, on the understanding of "deconstruction". In the second, when Derrida is in sight of the last true leave that out of life, some veil of melancholy supports the description of fragility and subtlety of ensemble all conceptual work hitherto done. Emerges a vision of philosophy, proud of its legacy and at the same time conscious of the precariousness with which each tradition, even one that apparently would willingly do without, must come to terms, starting from the language itself with which search to express themselves. Two examples of intensity of thought often misunderstood.