Harald Szeemann. Il pensatore selvaggio - 9788838101304

Harald Szeemann. Il pensatore selvaggio: Harald Szeemann (1933-2005) è stato uno tra i più coerenti pensatori dell'arte contemporanea mondiale del secondo dopoguerra. Critico dell'intensità, profondo conoscitore della storia dell'arte, per l'intera sua vita ha realizzato mostre caratterizzate da un forte impegno di ricerca cambiando la storiografia e i sistemi della metodologia critica ed espositiva internazionale. Amava les finesses della cultura, come lui soleva definire le ricerche minime di analisi comparata, che mirabilmente innescava nelle sue atipiche mostre. Dalle Documenta di Kassel alle varie Biennali, dalla famosa ricostruzione di Monte Verità ad Ascona alle memorabili mostre delle Macchine Celibi, da Joseph Beuys a Duchamp e ancora... la sua idea di Visionario si concretizza sempre e comunque nel suo Museo delle Ossessioni, dove il tutto è il nulla, il possibile è l'impossibile, le esperienze, l'intuizione, il coraggio e l'immaginazione lo conducono costantemente a un agire destabilizzante di fronte ai modelli imposti dai sistemi di potere. Soleva autodefinirsi Curatore Indipendente. Le Biennali di Venezia del 1999, a chiusura di un secolo, e del 2001, ad apertura del terzo millennio, resteranno nella storia dell'arte contemporanea come il segno tangibile di un intellettuale «super partes» che, accollandosi totalmente le complesse responsabilità assegnategli dalle istituzioni, anticipa e insegna i tempi dell'arte e della socialità dell'arte. Questo volume è la testimonianza di un intenso lavoro di circa tre anni in cui la profonda stima, l'amicizia ultraventennale, la sana collaborazione e la solidale
Harald Szeemann (1933-2005) was one of the most consistent thinkers of post-war world contemporary art. A critic of intensity, a deep connoisseur of the history of art, throughout his life he has created exhibitions characterized by a strong research commitment changing the historiography and systems of the international critical and exhibition methodology. He loved the finesses of culture, as he used to define the minimal research of comparative analysis, which admirably triggered in his atypical exhibitions. From the Kassel Documents to the various Biennials, from the famous reconstruction of Monte Verità in Ascona to the memorable exhibitions of the Celibi Machines, from Joseph Beuys to Duchamp and again... his idea of Visionary always materializes in his Museum of Obsessions, where everything is nothing, the possible is the impossible, experiences, intuition, courage and imagination constantly lead him to a destabilizing action in front of models imposed by power systems. He used to call himself an Independent Curator. The Venice Biennials of 1999, at the end of a century, and 2001, at the opening of the third millennium, will remain in the history of contemporary art as the tangible sign of an intellectual "super partes" who, fully accommodating the complex responsibilities assigned by the institutions, anticipates and teaches the times of art and the sociality of art. This volume is a testament to an intense work of about three years in which the deep esteem, friendship over twenty years, healthy collaboration and solidarity