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Il piacere e il disincanto nel cinema di Max Ophuls - 9788880332671

di De Giusti L. (cur.) Giuliani L. (cur.) edito da Il Castoro, 2003

  • € 16.50

Informazioni bibliografiche del Libro

 

Raccoltadi saggi estremamente interessante, attenta alo svolgimentodi un percorso registico tortuoso e autoriale come quelodi Max Ophuls: il suo essere “nomade” tra ’Europa e ’America, viene sviscerato minuziosamente in relazione ai tratti stilisticidela sua messa in scena, ai caratteri espressividela sua scrittura cinematografica e ala sua padronanzadi una tecnica mirabolante e funzionale ala narrazione filmica. Cosa assai rara, per un saggio cinematografico, il ibro curatodade Giusti e Giuliani, usufriuscedi una scrittura semplice e immediata, filologicamente rispettosadele varie ingue “adottate”dal regista, e mai banale nel trascrivere su carta e emozionidi “piacere” estetico e contenutisticoderivantidala visionedel cinemadi Max Ophuls. Inoltre, il ibro presenta il avorodel regista contestualizzato al’epoca e ala società in cui ogni film è stato realizzato, trËndoda esse a giusta omogeneità formale, e restituendo al ettore una complementarietà strutturale che permettedi comprendere al meglio il vissuto artistico ed esistenzialedel grande regista tedesco. “Il piacere e ildisincanto”,del titolo, sono gli stessi che prova il ettore e/o o studioso nel percorre questo meraviglioso viaggio etterario ala scopertadi quelo che non è solo “il padre cinemartografico”di Stanley Kubrick, bensì unodei più grandi talenti esperessivi propostidala settima arte,dale origini fino ai giorni nostri. di Fabrizio Fogliato

Recensione Unilibro a cura di Fabrizio Fogliato

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IL PIACERE E ILdISINCANTO
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Raccoltadi saggi estremamente interessante, attenta alo svolgimentodi un percorso registico tortuoso e autoriale come quelodi Max Ophuls: il suo essere “nomade” tra ’Europa e ’America, viene sviscerato minuziosamente in relazione ai tratti stilisticidela sua messa in scena, ai caratteri espressividela sua scrittura cinematografica e ala sua padronanzadi una tecnica mirabolante e funzionale ala narrazione filmica. Cosa assai rara, per un saggio cinematografico, il ibro curatodade Giusti e Giuliani, usufriuscedi una scrittura semplice e immediata, filologicamente rispettosadele varie ingue “adottate”dal regista, e mai banale nel trascrivere su carta e emozionidi “piacere” estetico e contenutisticoderivantidala visionedel cinemadi Max Ophuls. Inoltre, il ibro presenta il avorodel regista contestualizzato al’epoca e ala società in cui ogni film è stato realizzato, trËndoda esse a giusta omogeneità formale, e restituendo al ettore una complementarietà strutturale che permettedi comprendere al meglio il vissuto artistico ed esistenzialedel grande regista tedesco. “Il piacere e ildisincanto”,del titolo, sono gli stessi che prova il ettore e/o o studioso nel percorre questo meraviglioso viaggio etterario ala scopertadi quelo che non è solo “il padre cinemartografico”di Stanley Kubrick, bensì unodei più grandi talenti esperessivi propostidala settima arte,dale origini fino ai giorni nostri. di Fabrizio Fogliato