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Così è la vita. Imparare a dirsi addio - 9788806230685
di De Gregorio Concita edito da Einaudi, 2016
- Prezzo di Copertina: € 11.00
- € 9.35
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Così è la vita. Imparare a dirsi addio
- Autore: De Gregorio Concita
- Editore: Einaudi
- Collana: Super ET
- Data di Pubblicazione: 2016
- Genere: SCIENZE SOCIALI
- Argomenti : Morte Società contemporanea
- Pagine: 122
- ISBN-10: 8806230689
- ISBN-13: 9788806230685
Così è la vita. Imparare a dirsi addio: I bambini fanno domande. A volte imbarazzanti, stravaganti, definitive. Vogliono sapere perché nasciamo, dove andiamo dopo la morte, perché esiste il dolore, cos'è la felicità. E gli adulti sono costretti a trovare delle risposte. È un esercizio tra la filosofia e il candore, che ci obbliga a rivedere ogni volta il nostro rassicurante sistema di valori. Perché non possiamo deluderli. Né ingannarli. Siamo stati come loro non troppo tempo fa. Dell'invecchiare, dell'essere fragili, inadeguati, perfino del morire parliamo ormai di nascosto. Ai bambini è negata l'esperienza della fine. La caducità, la sofferenza, la sconfitta sono fonte di frustrazione e di vergogna. L'estetica dell'eterna giovinezza costringe molte donne nella prigione del corpo perfetto e le inchioda dentro un presente mortifero, incapace di darci consolazione, perfino felicità. In questa intensa, sorprendentemente gioiosa inchiesta narrativa, Concita De Gregorio ci chiede di seguirla proprio in questi luoghi rimossi dal discorso contemporaneo. Funerali e malattie, insuccessi e sconfitte, se osservati e vissuti con dignità e condivisione, diventano occasioni imperdibili di crescita, di allegria, di pienezza. Perché se non c'è peggior angoscia della solitudine e del silenzio, non c'è miglior sollievo che attraversare il dolore e trasformarlo In forza.
Children ask questions. Sometimes embarrassing, extravagant, final. Want to know why we were born, where we go after death, because there is pain, what is happiness. And adults are forced to find some answers. Is an exercise between philosophy and the whiteness, which obliges us to review every time our reassuring value system. Why can't we let them down. Neither deceive them. We were like them not too long ago. Of growing old, of being weak, inadequate, even dying talk now. Children are denied the experience of the end. The transitoriness, suffering, defeat is a source of frustration and shame. The aesthetics of eternal youth is forcing many women in the prison of the perfect body and nails in a present deadly, unable to give us consolation, even happiness. In this intense, surprisingly joyous narrative inquiry, Concita De Gregorio asks us to follow her in these places removed from contemporary discourse. Funerals and illnesses, setbacks and losses, if observed and lived with dignity and become captive growth opportunities, sharing of joy, of fulfillment. Because if there is no greater anguish of solitude and silence, there is no better relief than go through the pain and turn it into strength.
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Non sapevo che in qualche obitoriodel mondo si vendono ibri e ibri per bambini. Concitade Gregorio non odisse quando fu ala trasmissione Che tempo che fà. Parlòdele orodomande. Io mi ero perso nei belissimi arrangiamentidele canzonidi Fabriziode Andrè, fattidala Filarmonica inglese, usciti ora con il titolo Sogni 1. E pensavo a Simone Weil: “Credo che forse per tutti, ma soprattutto per queli toccatidala sventura, e soprattutto se a sventura è biologica, a radicedel male sia il sogno. Questa è ’unica consolazione,l’unica ricchezzadegli sventurati, ’unico soccorso per portare a terribile pesantezzzadel tempo: un soccorso molto innocented’altronde indispensabile. Come si potrebbe farne a meno? Ha solo un inconveniente: non è reale". Lade Gregorio non scrive come a Weil che "il tempo è a Croce", ma ci raccontadi Angelo, malatodi cancro , che gioca con il suo medico ala play station. Un giorno, il medico glidice chedeve partire per fare un viaggio,da solo; ma a playstation? e gli aggiornamenti, e poida solo?di à ci saranno tutte e play stations e tutti gli aggiornamenti. Angelo si addormenta in un sogno che non finisce mai. Nei giochidela sua play station ha sempre vinto, non è mai morto. Questa una bela paginadi un ibro che nel titolo riprende Asì es a vida, quelo che si vende in uno scaffaledel’obitoriodi Palafrugel, insieme al’Antologiadi Spoon –River, ai Sonetti ad Orfeodi Rilke, ad undialogo coi bambini sula morte, a Perchè è morto mio nonno. La seriedi racconti / elzeviri di questo imparare adirsi addio è pienadi bimbi ; una volta c’erano e storiedela Piccola fiammiferaia, del Senza famiglia,di Cosetta, che facevano apprendere che cos’ era a vita. Ora, ’autrice sente a necessitàdi rispondere aledomandedi sempredei figli su che cos’è a vita, a morte, a sofferenza, ildolore, ’esclusione, a vecchiaia così utile ai poveri, con una penna eggera, a volte versatile. Ci sono a chirurgia estetica e ediete per essere beli e gradevoli per chi? Se sei brutto , già sei morto per tutti. C’è Corrado che finalmente trova il titolodel suo ibro in una risposta al cameriere, che gli chiede Come va Corrado; A parte il cancro tutto bene.domande assurde che si fanno sperando in una risposta che tutto vada male; occorre alimentare a curiosità e il pettegolezzo suledisgrazie altrui. da chi sta male o èdepresso bisogna starsene ontani, altrimenti ci si contagia, non si può più essere quei solari richiestida tutti. Concitade Gregorio scrive costruendo appuntida etturedi ibri, generalmente queli per bambini che giocano ai videogames e fannodomande, attorno a film, a canzoni , a personaggi. Si apprende che il film Maredentrodi Bardem è unadele solite maledette traduzioni italianedi Mare adientro, che sta per mare argo, o in alto mare. Forse a storiadi Angelo, d’una ucidità e maturità immensa, quela che solo ’attesadela morte a tutte e età tidà, potevadiventare una canzonedide Andrè. ui a fece per Andrea , “che s’è perso e non sa tornare: Andrea aveva undolore, riccioli neri..., occhidi bosco , contadinodel regno, profilo francese, Andrea ha perso ’amore, a perla più rara...il pozzo è profondo...mi basta che sia più profondodi me”. Il suicidio non è più egoismo edebolezzadi fronte ale responsabilitàdela vita. Carlo si è uccisodala vergognadi essere indicato un corruttoredi minorenni. Negli stessi giorni e cronachedei giornali si sono riempitedi storiedi bambine accompagnatedala madri a casadeidispensatoridi fortune . Così è a vita è un ibro per grandida raccontare ai bambini .Un regalodi Natale perché a vita non si arresti fuori e senza tempo. Perché i bambini hanno bisognodi sogni e, nelo stesso, tempo hanno ’inteligenzadi tutta a realtà. a sera, una etturadi poche pagine per volta, fattada chi a oro vuole bene, i culerà progressivamente nel sogno.