Mappe del corpo - 9788860362308

Mappe del corpo: L'inganno di un'infanzia all'ombra dell'apartheid, la presa di coscienza, lo strappo dell'esilio, il ritorno a casa: questa la topografia dei sentimenti delineata dalla poesia di Ingrid De Kok. Tappe di un percorso che non è solo privato, perché la storia del Sudafrica la incalza da vicino, si infila nei versi, reclama uno spazio: in tutto il suo percorso sono fitti i rimandi a eventi, luoghi e persone, del passato recente dell'estremo lembo del continente africano. Una storia violenta, fatta di dolore e morte, ma anche di lotta e speranza. Cresciuta in una famiglia borghese, anglofona, che la tiene al riparo dalla brutale realtà dell'apartheid, decide alla fine degli anni Settanta, dopo aver lavorato attivamente nel movimento anti-apartheid, di emigrare in Nord America: l'unica possibilità di fronte all'alternativa rifiutata di entrare in clandestinità prendendo parte alla lotta armata. Il periodo canadese si rivela cruciale per la sua formazione artistica, ma il ritorno in Sudafrica si fa a un certo punto irrinunciabile. Se il Canada le ha dato consapevolezza di sé come poeta, il Sudafrica è l'unico posto dove sente di poter scrivere. Quella di De Kok è, nell'attenzione costante al dolore degli altri, una poesia che si elegge a testimonianza lirica di un paese tormentato. La poesia serve a non dimenticare, a riparare in qualche modo l'amnesia del passato, ad aiutare a ricostruire ciò che resta dell'identità, della memoria e del trauma.
The deception of a childhood in the shadow of apartheid, the awareness, the tearing of exile, returning home: this topography of feelings described by the poetry of Ingrid De Kok. Stages of a journey that is not only private, because the history of South Africa is pressing up close, she slips in the verses, claiming a space: throughout his career are dense references to events, places and people, of the recent past of the extreme tip of the African continent. A violent history of pain and death, but also of struggle and hope. Raised in a middle-class family, anglophone, which keeps it safe from the brutal reality of apartheid, decided in the late 1970s, after having worked actively in the anti-apartheid movement, to emigrate to North America: the only chance in front of the alternative refused to go into hiding by taking part in the armed struggle. The Canadian period proves crucial to his artistic training, but returned to South Africa does at some point. If Canada gave her self-awareness as a poet, South Africa is the only place he feels he can write. To De Kok is in constant attention to the pain of others, a poem that you elect to witness a country lyric tormented. Poetry need not to forget, to repair the amnesia of the past in some way, to help rebuild what remains of identity, memory and trauma.