La mente virtuale - 9788862522670

La mente virtuale: Hamelin è un paese senza futuro: i suoi bambini sono stati rapiti da un pifferaio magico che si chiama monitor. Da alcuni decenni Hamelin è ovunque. I new media digitali attirano i sensi e la mente - soprattutto dei bambini e degli adolescenti - assorbendoli completamente: il monitor è il padrone della loro mente. Col passare degli anni diventano selvatici e imprevedibili, agitati da pulsioni enigmatiche e violente, indisciplinati e fragili. Il processo dell'alternarsi generazionale, la ciclicità del divenire sociale sembrano messi a repentaglio. Che ne sarà della generazione che cresce guardando schermi che restituiscono una realtà virtuale potenzialmente sconfinata? Quali relazioni all'altro innesca l'essere "connessi" senza soluzione di continuità? Quella mente virtuale - di cui le innovazioni tecnologiche ci stanno fornendo la nuova sintassi - rimescola le nostre carte: gli strumenti e le forme del lavoro critico ereditati dal Novecento vanno ripensati per entrare più a fondo in un presente che potremmo definire post-moderno, o con più forza, post-umano.
Hamelin is a country without a future: her children were abducted from a Pied Piper called monitor. From several decades Hamelin is everywhere. The new digital media attracts the senses and mind-especially children and adolescents-completely assorbendoli: the monitor is the master of their minds. Over the years they become wild and unpredictable, agitated by enigmatic and violent impulses, undisciplined and brittle. The process of alternation of generations, the cyclicality of becoming put at risk seem to be social. What will become of the generation that grew up watching screens that return a potentially boundless virtual reality? What relationships to other triggers being "connected" seamlessly? The virtual mind-of which the technological innovations we are providing a new syntax-shuffles our cards: the instruments and forms of critical work inherited from the twentieth century should be rethought to enter more deeply into a mind that we might call post-modern, or with more force, post-human.