Il teatro delle varietà. Lo spettacolo popolare in Italia dal cafè chantant a Totò - 9788895065311

Il teatro delle varietà. Lo spettacolo popolare in Italia dal cafè chantant a Totò: La storia del teatro di varietà si consuma in meno di un secolo, dalla fine dell'Ottocento agli anni Sessanta del Novecento. È la storia di un genere multiforme, ingiustamente considerato "minore", che non ha saputo resistere all'urto di altre forme di spettacolo, come il cinema e la televisione. I suoi protagonisti sono cantanti, attori e attrici, macchiettisti, comici, tutti diventati artisti per vocazione e per necessità. "Il teatro delle varietà" si sofferma sulle vicende artistiche di Rodolfo De Angelis, Raffaele Viviani, Ettore Petrolini, i fratelli De Rege, Beniamino Maggio, Totò e su tanti altri volti ormai dimenticati. Per loro il café chantant, il varietà, la rivista e l'avanspettacolo diventano spazi di libertà: le macchiette e i personaggi che interpretano assumono i connotati di una corrosiva critica sociale, a volte bonaria, più spesso amara e beffarda. La comicità che l'autore ci presenta non ha infatti nulla di rassicurante perché "annulla ogni distanza gerarchica o burocratica, avvicina l'oggetto in esame e lo trasporta nel proprio territorio mettendolo a contatto, brusco e violento, con se stesso per poterlo familiarmente tastare, capovolgere, rivoltare e guardare dall'alto in basso, per spezzarne l'involucro esteriore e gettare lo sguardo al suo interno, per scomporlo, smembrarlo, denudarlo e smascherarlo".
The history of Music Hall is consumed in less than a century, from the late 19th century to the 1960s. And the story of a kind multiform, wrongfully "minor", that has been able to resist the impact of other forms of entertainment, such as film and television. Its protagonists are singers, actors and actresses, macchiettisti, comedy, all become artists by vocation and by necessity. "The theatre of varieties" focuses on the artistic vicissitudes of Rodolfo De Angelis, Raffaele Viviani, Ettore Petrolini, the brothers De Rege, Beniamino Maggio, Tot?? and many other forgotten faces. For them the caf?? chantant, the variety, the magazine and the curtain-raiser become spaces of freedom: the specks and the characters who play take on the connotations of a corrosive social commentary, sometimes good-natured, more often bitter and jeering. The humor that the author presents to us has in fact nothing reassuring because "hierarchical or bureaucratic distance, voids any approaching the device under test and carries it on its territory by putting him in contact, abrupt and violent, with himself to familiarly feel, flip, turn and look down upon, to break the outer casing and cast his eyes inside it, to break it down , dismember his body, undressing him and unmask him. "