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La strada che parla. Dispositivi per ripensare il futuro delle aree interne in una nuova dimensione urbana - 9788891742018

di Lidia Decandia Leonardo Lutzoni edito da Franco Angeli, 2016

Informazioni bibliografiche del Libro

 

La strada che parla. Dispositivi per ripensare il futuro delle aree interne in una nuova dimensione urbana: Il racconto di un'esperienza di ricerca-azione, realizzata a Calangianus, un piccolo paese situato nel territorio dell'Alta Gallura, diventa nel libro l'occasione per riflettere e ragionare sul ruolo che le aree scartate dai processi di modernizzazione possono svolgere nel ripensare l'idea stessa di città. Il libro, nel costruire nella prima parte le sue cornici teoriche di riferimento, mette alla prova l'idea che questi territori possano, in questo momento di crisi, diventare le pietre angolari da cui partire per costruire una città rinnovata. Una città intesa non più come agglomerato delimitato e circoscritto, ma come una partitura polifonica in cui, in un accostarsi di pieni e di vuoti, di addensamenti e di pause, di adagi e di veloci, di luoghi deserti e di nodi a forte intensità, ci sia spazio per le dimensioni più profonde dell'umano e dove anche il silenzio possa essere, finalmente, ascoltato. Questa visione viene sviluppata e arricchita nella seconda parte del testo attraverso il racconto dell'esperienza realizzata. Il libro, in forma di pensiero raccontato, segue la sperimentazione nel suo farsi, dialogando con prospettive storiche, filosofiche, sociologiche ed estetiche. Gli autori, nel partire infatti dal presupposto che, perché queste aree marginali possano riprendere la parola, sia necessario attivare inedite forme di partecipazione sociale, anziché immaginare di calare dall'alto un progetto, propongono la creazione di un dispositivo costruttivo e relazionale.
The story of an experience of action research, made in Calangianus, a small town located in the territory of upper Gallura, becomes in the book the opportunity to reflect and think about the role that areas discarded by modernisation processes can play in rethink the very idea of the city. The book, in building the first part of its theoretical frames of reference, tests the idea that these lands can, in this time of crisis, become the cornerstones from which to build a city renewed. A city understood not as delimited and circumscribed agglomeration, but as a polyphonic score when, in an approach of solids and voids, clumps and pauses, adages and fast, to deserted places and intensive nodes, there is room for the deeper dimensions of the human being and where even the silence may be, finally , listened. This vision is developed and enriched in the second part of the text through the story of the experience. The book, in the form of thought, following the experimentation in its making, dialoguing with historical, philosophical, sociological and aesthetic perspectives. The authors, in fact, starting from the assumption that, because these marginal areas can resume the word, is necessary to enable new forms of social participation, rather than imagine dropping from above a project, propose the creation of a constructive device and relational.

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