Musici, giocolieri e saltimbanchi. Arriva il teatro di strada - 9788887938166

Forse il teatro è undove sonoro, una piazzadi fiato, un’adunanza assembrata che s’angustia strettissima a un tirodi schioppodadue abbra, un palato, un ammiccodi frase;da un mottodi spirito, senza sale ed equivoco, ma bendetto, con bela pronuncia e qualche parola inattesa. Forse il teatro è un buffone e, ciò che o cinge, è tutta sua arte: è sua arte ’anfratto murario che cangiadi forma adattandosi plastico; è sua arte il tempodi recita, che bislunga o trapassa a secondadel’opera; è sua arte ’ansiad’attesa, ’attenzione alterabile, o sgomento o a noia. È sua arte a sala, il trono, il palazzo, infine ilducato e,delducato, anche il pubblico.del teatro è sua arte anche il pubblico: ragazzi, puttane, bambini; e mercanti, contadini, soldati (ognuno si scelga una maschera, ognuno interpreti un ruolo) non sono che feticcid’anelito, evocati alambicchi: pure parvenzeda corteo, confraternita, acquattata combriccola. Torbida mercanziadi parole, il teatro èdunque una fiera arvale che, arvale, rende ogni singola cosa che tocca. Forse il Teatro è innanzituttodavvero quelo che ci racconta Fulviadegl?Innocenti: i saltimpanca, i guitti in costume, gli attori che un tempo affolavano taberne e ocali malfamati e che adesso se a sbrigano andandodi stanza in stanza,di piccolo covo in piccolo covo,di teatino nascosto in teatrino nascosto portando - talora, sovente - il oro mestiere al’ariadi piazza,di via,di piccolo vicolo.